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macrosomia fetale: è il principale fattore di rischio per la distocia di spalle. La diagnosi di macrosomia viene formulata con l’esame USG e la valutazione clinica e comunque sospettata da mancata dilatazione, mancata o ridotta progressione della parte presentata o arresto della dilatazione e progressione fetale nella parte finale (7-8 cm) del travaglio di parto. Causa della macrosomia sono: diabete materno anche latente, eccessivo aumento ponderale materno in gravidanza, gravidanza pretermessa, multiparità. Generalmente si parla di macrosomia fetale quando il peso fetale è >4000 grammi (le linee guida ACOG stabiliscono il cut-off a 4.500 gr) (16-20). L’estremità cefalica di un feto a termine, di peso normale, a livello dello stretto superiore, penetra nel canale del parto attraverso il diametro obliquo dello stretto superiore. Mentre la testa fetale attraversa il canale del parto, le spalle fetali similarmente alla testa, effettuano riduzione del diametro bisacromiale, grazie alla flessibilità delle spalle, rotazione per impegnarsi a livello del diametro obliquo. Mentre l’estremo cefalico attraversa il canale del parto, la spalla posteriore discende nella concavità sacrale e quella anteriore si accomoda a livello di forame otturatorio. La combinazione peggiore per il verificarsi di una distocia di spalla è quella che vede un diametro bisacromiale più ampio della norma impegnarsi allo stretto superiore secondo il diametro meno favorevole, cioè l’antero-posteriore. Quando questa situazione si verifica, più comunemente la spalla posteriore scende al di sotto del promontorio sacrale, mentre quella anteriore impatta e si arresta al di sopra della sinfisi pubica. Fortunatamente molto rara è l’evenienza in cui entrambe le spalle rimangono al di sopra dell’ingresso pelvico (distocia di spalla bilaterale), situazione in cui nella maggior parte dei casi falliscono tutte le manovre disponibili per far fronte a tale emergenza.
Molto più frequente è invece il verificarsi di una condizione in cui, pur avendo entrambe le spalle superato l’ingresso pelvico, esse faticano a ruotare a livello dello scavo medio. Quasi invariabilmente tale condizione, di gravità decisamente minore ed a prognosi favorevole, si verifica in presenza di feti macrosomi “asimmetrici” e/o di obesità materna, fattori che aumentano entrambi, verosimilmente con un meccanismo di attrito, la resistenza alla rotazione nel canale del parto. Ma molti AA. ricordano che è possibile osservare una distocia di spalle anche senza macrosomia in caso di parto spontaneo e addirittura in parti con taglio cesareo di elezione (2). E’ addirittura possibile ipotizzare che alcune lesioni possono provocarsi durante la gestazione per bloccaggio della spalla fetale contro il promontorio materno (3-5) o briglie aderenziali delle membrane amniocoriali. La diagnosi di macrosomia effettuata mediante USG non sempre è esatta in caso di feti >4.000 gr.; nel III° trimestre la scansione USG ha una sensibilità di appena il 60% per macrosomia (6-10).
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Rottura d’utero: la distocia di spalla può essere il primo segno di rottura d’utero specialmente nelle pre-cesarizzate!!!
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Uso eccessivo di ossitocina
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Eccessivo incremento ponderale in gravidanza (22,23)
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BMI <30 (24,25)
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Bassa statura materna
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Anomalie pelviche
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Gravidanza pretermessa
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Età materna >40 anni
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feto di sesso maschile
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Parto indotto
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Travaglio prolungato
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Parto precipitoso (IIa fase <15 minuti) (21)
COMPLICAZIONI DELLA DISTOCIA DI SPALLE:
1) traumi neonatali: ipossia fetale, paralisi neonatale di Erb-Duchenne/Klumple, lacerazione del cordone, frattura clavicola, frattura omero fetale.
1) Paralisi ostetrica: A causa delle manovre e delle trazioni necessarie per l’estrazione delle spalle o in seguito a presentazione di spalla, c’è il rischio di stiramento e lacerazioni del plesso brachiale. Tali lesioni possono verificarsi nel 4-16% dei parti vaginali e anche nel 4% dei Tagli Cesarei (6-10). Non tutte le lesioni del plesso brachiale sono dovute ad eccessiva trazione e non tutte sono associate a SD. Tali dati sembrerebbero supportare l’ipotesi che il danno del plesso brachiale possa talora verificarsi durante il travaglio o, addirittura, prima dell’inizio di questo, per effetto dell’azione di forze anomale e/o di posture sfavorevoli assunte dal feto in utero (11-13).
Le paralisi ostetriche si dividono in tre tipi:
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la paralisi ostetrica di tipo superiore è la più frequente e consiste in una lesione del tronco superiore del plesso, composto dalla quinta e sesta radice cervicale (paralisi di Erb-Duchenne). La spalla è abbassata, il gomito esteso, il braccio penzola flaccido e abdotto, il polso è flesso e pronato (ruotato medialmente), i riflessi tendinei profondi dell’arto interessato sono per lo più assenti, ma normalmente non è presente un deficit sensitivo. E’ quindi facilmente riconosciuta alla nascita e il danno va incontro in un’alta percentuale di casi (90%) a risoluzione spontanea. Ma è riconosciuta una disturbante persistenza di esiti fino al 50% dei casi. È tuttavia interessante notare come numerosi dati in Letteratura abbiano dimostrato il verificarsi di tale complicanza in assenza di distocia di spalla nel 34-47% dei casi (27-29).
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la paralisi ostetrica di tipo inferiore (di Dejerine-Klumpke) è meno frequente e consiste nella lesione del tronco inferiore del plesso brachiale composto dalla settima e ottava radice cervicale e dalla prima toracica.
Questa lesione è causa di deformità della mano, ad artiglio, per la paralisi dei muscoli intrinseci. Il tronco simpatico è anch’esso colpito con conseguente miosi, enoftalmo e ptosi palpebrale dal lato affetto (sindrome di Bernard-Horner).
Non sempre è facile riconoscere questa paralisi alla nascita; essa viene diagnosticata più facilmente quando il piccino incomincia ad afferrare gli oggetti. -
la paralisi ostetrica di tipo totale è dovuta alla lesione di tutto il plesso brachiale con conseguente paralisi motoria e sensitiva completa.
I traumi delle radici inferiori(paralisi di “Klumpke-Dejerine”) mostrano un maggiore interessamento sensitivo e vasomotorio con ipomobilità o paralisi dei muscoli flessori ed estensori dell’avambraccio e dei muscoli intrinseci della mano, i riflessi tendinei profondi sono conservati, il riflesso di prensione è debole, sono presenti anche edema e cianosi con alterata vascolarizzazione dell’avambraccio e della mano, sono presenti deficit sensitivi (caldo-freddo). Quasi tutti richiedono intervento chirurgico (43-53) e solo in alcuni casi è sufficiente la fisioterapia (54).
- I° grado: frattura del terzo medio della clavicola
- II° grado: frattura del terzo laterale
- III° grado: frattura del terzo mediale.
Le fratture del I° grado sono quelle più frequenti; quelle di II° grado sono frequentemente associate a pseudoartrosi e a ritardi del consolidamento osseo, mentre quelle di III° grado sono le più rare.
La classificazione però più accettata a livello internazionale è quella di Edinburgh; è piuttosto complessa, ma è anche la più dettagliata e completa
Tab. 2 – Manovre ostetriche per il disimpegno delle spalle:
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A) Dapprima si esegue l’iperflessione delle cosce contro l’addome (manovra di Mc Roberts) per aumentare il diametro dell’egresso pelvico e pressione sovrapubica sulla spalla anteriore per favorirne la liberazione.
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B) rotazione della spalla anteriore verso l’eminenza ileo-pettinea più prossima (m. di Rubin)
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C) Se ciò non ottiene il risultato, si cerca di estrarre la spalla posteriore mediante la liberazione del braccio posteriore afferrato e piegato al gomito (manovra di Jacquemier).
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D) Se tale manovra non ha ancora successo, si ruota la spalla posteriore di 180° sotto la sinfisi pubica (manovra di Wood)
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E) In caso di fallimento anche di questa manovra si frattura una o entrambe le clavicole
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3 commenti
nice post. thanks.
Every word in this piece of work is very clear and your passion for this topic shines. Please continue your work in this area and I hope to see more from you in the future.
I’m not sure exactly why but this weblog is loading
very slow for me. Is anyone else having this problem or is it a issue on my end?
I’ll check back later and see if the problem still exists.