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ATTACCO ASMATICO ACUTO
Nelle gravide possono spesso verificarsi attacchi asmatici acuti che necessitano un’azione rapida e definitiva per prevenire il deterioramento delle condizioni della gestante, lo stato asmatico ed i potenziali effetti dannosi fetali conseguenti all’ipossia materna. Devono essere somministrati liquidi per via endovenosa (100-200 ml/h) e ossigeno attraverso sondino nasale (5-6 litri/minuto). Se vi è il sospetto di infezione polmonare, questa deve essere trattata in modo aggressivo con antibiotici ad ampio spettro. Gli antagonisti ß-adrenergici, quali l’adrenalina e la terbutalina, possono essere iniettati sottocute alla dose rispettivamentye di 0,30-0,50 ml di una soluzione di adrenalina all’1:1000 e 0,25-0,50 mg di terbutalina; quest’ultimo farmaco può essere preferibile a causa della possibilità di una vasocostrizione delle arterie uterine provocata dall’adrenalina. Questo trattamento sarà sufficiente nella maggior parte dei casi, ma, se così non fosse, deve essere somministrata aminofillina in dose di 5 mg/Kg direttamente in vena ma molto lentamente (20-30 minuti), continuando con infusione continua alla dose di 0,5-0,9 mg/Kg/h. L’infusione deve essere continua fino a che non si sia evidenziato un significativo miglioramento clinico; quindio la p/te può passare al trattamento per via orale. Può talora essere necessario aggiungere corticosteroidi per via endovenosa per troncare l’attacco acuto. L’idrocortisone va iniettato e.v. alla dose di 7 mg/Kg e quindi continuato con infusione alla dose di 100 mg ogni 6 ore, fino a quando non si sia verificato un evidente miglioramento clinico. La p/te può quindi passare alla terapia corticosteroidea per via orale che viene subito dopo gradualmente ridotta.