Flora vaginale o flora batterica vaginale: si definisce flora vaginale l’insieme di microorganismi, in maggior parte di origine batterica, che colonizzano la cavità vaginale come avviene per la maggior parte dei tessuti di rivestimento del corpo umano: cavità oro-faringea, mucosa intestinale, cute, etc.
Si tratta di una popolazione di batteri che vivono in simbiosi tra loro e costituiscono una forma di difesa verso le aggressioni da parte dei patogeni. Questo equilibrio ecologico può essere disturbato da farmaci (antibiotici e spermicidi) o da dispositivi locali.
Il lattobacillus acidophilus o bacillo di Doderlein presente in vagina in concentrazioni di 1-10 milioni, occupa il ruolo principale nella protezione della nicchia vaginale mediante diversi meccanismi:
- produzione di acido lattico ottenuto dalla metabolizzazione del glicogeno e conseguente
- acidificazione (pH 3,8-4,5) dell’ambiente vaginale,
- produzione di H2O2 dalla combinazione degli idrogenioni dell’acido lattico con l’acqua,
- produzione di biosurfattanti che creano una barriera protettiva sulle pareti cellulari impedendo l’adesione dei batteri,
- co-aggregazione con i batteri esogeni impedendo in tal modo a questi ultimi di aderire alla mucosa vaginale. L. acidophilus, L. gasseri e L. jensenii si legano a Candida albicans, E. coli e Gardnerella vaginalis
- competizione con i batteri per il sito di adesione cellulare sia occupando direttamente il recettore cellulare che mediante la produzione di biosurfattanti (1).
- competizione per i nutrienti (arginina deiminasi).
Oltre ai lattobacilli, la flora batterica vaginale è costituita in minor misura anche da altri microrganismi, che, pur essendo potenzialmente patogeni, non sono in grado di espletare la loro azione lesiva perché vengono mantenuti in numero limitato dai lattobacilli e dal sistema immunitario.
Quelli aerobi sono: Staphyloccus epidermidis (60%), Corynebacterium (60%), Streptococcus 59%), Gadnerella vaginalis (43%), Enterococcus (27%), Enterobatteriaceae (15%), Mycoplasma hominis (14%), Yeast (7.2%), Candida (7%), Staphilococcus aureus (5%), Escherichia coli (4%), Klebsiella pneumonie (2%), neisseria, proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Enterobacter.
Quelli anaerobi sono rappresentati da: Peptococcus spp. (o stafilococco anaerobio) (80%), Peptostreptococcus spp. (o streptococco anaerobio) (28%), Eubacterium (36%), Bacteroides spp (43%), Bacteroides fragilis (14%), B. melaninogenicus (30%), Bacteroides oralis (18%), Bacterides disiens (15%), Bacteroides bivius (40%), B. asacharolyticus(5%), Fusobacterium (23%), Veillonella (29%), Propionibacterium (14 %), Bifidobacterium (15%), Clostridium (18%), Ureaplasma spp (54%), Sarcina (2%), Mobiluncus, Actinomices, Clostridium, Prevotella, Micoplasmi, Trichomonas.
I lattobacilli di Doderlein devono il loro nome all’ostetrico tedesco Albert Doderlein che nel lontano 1892 identificò e descrisse le caratteristiche salienti di questi batteri che appartengono principalmente alla specie Lactobacillus acidophilus, Accanto alla specie predominante, Lactobacillus acidophilus, ve ne sono numerose altre, sempre appartenenti al genere Lactobacillus: Lactobacillus fermentum, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus brevis, Lactobacillus jensenii, Lactobacillus casei, Lactobacillus cellobiosus, Lactobacillus leichmanii, Lactobacillus delbrueckii, Lactobacillus salivarius.
I lattobacilli costituiscono da soli il 90-98% della flora batterica vaginale e proliferano velocemente con concentrazioni ematiche e locali elevate di estrogeni. La colonizzazione vaginale da parte dei lattobacilli di Doderlein avviene alla nascita, durante il passaggio nel canale del parto per diffusione dei microrganismi provenienti dall’ambiente vaginale materno; nei primi giorni di vita, la presenza residua di estrogeni di produzione placentare favorisce la rapida moltiplicazione dei lattobacilli di Doderlein, grazie all’alto contenuto in glicogeno della mucosa vaginale.
Streptococchi, stafilococchi, enterococchi, enterobatteri, gardnerella, candida e mycoplasma sono presenti in una percentuale del 2-10% circa. Pneumococchi, meningococco ed hemophilus influenzae sono piuttosto rari.
Il pH normale della vagina, per un regolare sviluppo del b. di Doderlein, deve essere decisamente acido: 3,8-4,5. La candida si sviuppa bene in ambiente leggermente acido (pH 4.5-5) mentre il gonococco, lo streptococco e lo stafilococco proliferano in pH 6-8 decisamente basico; il trichomonas beneficia di un pH 5-6.
L’integrazione della flora vaginale con lattobacilli di Doderlein, tramite applicazioni locali, rappresenta una valida opzione terapeutica in presenza di vaginiti batteriche. Tra i vari ceppi di lattobacilli, i più adatti a tale scopo sembrano quelli produttori di perossido di idrogeno. L’integrazione per via orale sembra invece meno efficace a tale scopo, anche se possiede un importante ruolo preventivo per l’effetto esplicato a livello intestinale, dove riduce la proliferazione di patogeni che inevitabilmente colonizzano la vagina.