Albert Döderlein nel 1892 descrisse un bacillo anaerobico gram positivo predominante nella flora batterica vaginale; ad esso successivamente fu dato il nome dello studioso e classificato nel genere dei lattobacilli. Recenti progressi nelle tecniche di sequenziamento del DNA hanno rivelato che in vagina, accanto alla specie predominante, Lactobacillus acidophilus, sono presenti una ventina di lattobacilli di cui ricordiamo: Lactobacillus iners, L crispatus, L. gasseri, L. jenesenii, L. fermentum, L plantarum, L. brevis, L. casei, L.vaginalis, L. delbrueckii, L. salivarius, L. reuteri, L. rhamnosus. L. cellobiosus, L. leichmanii (1-7).
Flora vaginale o flora batterica vaginale: si definisce flora vaginale l’insieme di microorganismi, in maggior parte di origine batterica, che colonizzano la cavità vaginale come avviene per la maggior parte dei tessuti di rivestimento del corpo umano: cavità oro-faringea, mucosa intestinale, cute, etc.
I lattobacilli costituiscono da soli il 90-98% della flora batterica vaginale, in concentrazioni di 1-10 milioni, mentre streptococchi, stafilococchi, enterococchi, enterobatteri, corinebatteri, gardnerella, candida e mycoplasma sono presenti in una percentuale del 2-10% circa. Pneumococchi, meningococco ed hemophilus influenzae sono piuttosto rari.
In condizioni normali la popolazione di batteri presenti nella nicchia vaginale vive in condizione di simbiosi creando un ambiente eubiotico che favorisce il rinnovo delle cellule vaginali e una difesa verso le aggressioni da parte dei microrganismi patogeni insieme al fluido cervico-vaginale, immunoglobuline (IgG e IgA), mucina, β-defensine, inibitori della proteasi leucocitaria inibitori, citochine come IL-1β, IL-6, IL-8 e fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α). etc. Altri fattori immunitari inclusi macrofagi, cellule NK, cellule T helper e citotossiche nonché linfociti B vengono successivamente reclutati per attivare risposte immunitarie appropriate (8-16).
I lattobacilli acidofili svolgono la loro funzione protettiva a livello vaginale mediante diversi meccanismi:
- produzione di acido lattico ottenuto dalla metabolizzazione del glicogeno ad opera dei lattobacilli (le cellule umane non sono in grado di sintetizzare la isoforma D dell’ac. lattico mentre i batteri sono in grado di sintetizzare le isoforme D ed L); conseguentemente si ottiene
- acidificazione (pH 3,8-4,5) dell’ambiente vaginale, il più importante fattore nel limitare la colonizzazione vaginale
- produzione di H2O2 dalla combinazione degli idrogenioni dell’acido lattico con l’acqua, l’acqua ossigenat è prodotta principalmente dal Lactobacillus crispatus e Lactobacillus jenseii ed è tossica per un gran numero di cellule batteriche prive di catalasi-perossidasi tra cui Gardnerella vaginalis, Escherichia coli e Streptococcus aureus.
- produzione di biosurfattanti che creano una barriera protettiva, un biofilm, sulle pareti cellulari impedendo l’adesione dei batteri,
- co-aggregazione con i batteri esogeni impedendo in tal modo a questi ultimi di aderire alla mucosa vaginale. L. acidophilus, L. gasseri e L. jensenii si legano a Candida albicans, E. coli e Gardnerella vaginalis
- competizione con i batteri per il sito di adesione cellulare sia occupando direttamente il recettore cellulare che mediante la produzione di biosurfattanti.
- Degradazione delle cellule vaginali infette (17-25).
La colonizzazione vaginale da parte dei lattobacilli di Döderlein avviene alla nascita, durante il passaggio nel canale del parto per diffusione dei microrganismi provenienti dall’ambiente vaginale materno; nei primi giorni di vita, la presenza residua di estrogeni di produzione placentare favorisce la rapida moltiplicazione dei lattobacilli di Döderlein, grazie all’alto contenuto in glicogeno della mucosa vaginale.
La proliferazione dei bacilli di Doderlein è favorita sensibilmente da un ambiente estrogeno-like che ispessimento e picnosi delle cellule vaginali e nelle stesse è indotto un aumentato accumulo di glicogeno da cui deriva un’ipersecrezione di acido lattico e conseguentemente una condizione di acidosi dell’ambiente vaginale che a sua volta favorisce la crescita dei lattobacilli e allo stesso tempo difende l’ambiente vaginale dall’eccessiva proliferazione dei batteri patogeni. L’acido lattico a concentrazioni fisiologiche (≡110 mM) acidifica le secrezioni vaginali (a livelli di pH <4), potenzia le attività protettive di H2O2 e batteriocine e inibisce le infezioni opportunistiche come G. vaginalis, Trichomonas vaginalis, Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis , virus dell’herpes simplex (HSV), papillomavirus umano (HPV), HIV ecc.. In particolare, distinto dalla sua attività battericida, l’acido D-lattico inibisce l’infezione da Chlamydia attraverso un effetto pH-dipendente sulle cellule epiteliali vaginali e sul microambiente (17-25).
La presenza vaginale di lattobacilli è in correlazione con i livelli sierici di estrogeni: è abbondante durante l’età fertile della donna ed ancor di più in gravidanza e scarsa durante l’infanzia e in menopausa. Nelle neonate i lattobacilli proliferano in quantità soddisfacente grazie alle notevoli quantità di estrogeni di provenienza materna. In menopausa la terapia locale con estrogeni ripristina il normale stock di lattobacilli. L’aumento del rischio di infezione associato a rapporti sessuali non protetti potrebbero essere attribuiti all’aumento del pH vaginale dopo la deposizione del liquido seminale che porta ad una più rapida metabolizzazione dell’acido lattico in H+ e anione lattato; quest’ultimo ha minori proprietà antimicrobiche e immunomodulatorie dell’ac. lattico nella sua forma protonata.
Oltre ai lattobacilli, la flora batterica vaginale è costituita in minor misura anche da altri microrganismi, che, pur essendo potenzialmente patogeni, non sono in grado di espletare la loro azione lesiva perché vengono mantenuti in numero limitato dai lattobacilli e dal sistema immunitario.
Quelli aerobi sono: Staphyloccus epidermidis (60%), Corynebacterium (60%), Streptococcus 59%), Gadnerella vaginalis (43%), Enterococcus (27%), Enterobatteriaceae (15%), Mycoplasma hominis (14%), Yeast (7.2%), Candida (7%), Staphilococcus aureus (5%), Escherichia coli (4%), Klebsiella pneumonie (2%), neisseria, proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Enterobacter.
Quelli anaerobi sono rappresentati da: Peptococcus spp. (o stafilococco anaerobio) (80%), Peptostreptococcus spp. (o streptococco anaerobio) (28%), Eubacterium (36%), Bacteroides spp (43%), Bacteroides fragilis (14%), B. melaninogenicus (30%), Bacteroides oralis (18%), Bacterides disiens (15%), Bacteroides bivius (40%), B. asacharolyticus(5%), Fusobacterium (23%), Veillonella (29%), Propionibacterium (14 %), Bifidobacterium (15%), Clostridium (18%), Ureaplasma spp (54%), Sarcina (2%), Mobiluncus, Actinomices, Clostridium, Prevotella, Micoplasmi, Trichomonas.
Il pH normale della vagina, per un regolare sviluppo del b. di Döderlein, deve essere decisamente acido: 3,8-4,5. La candida si sviuppa bene in ambiente leggermente acido (pH 4.5-5) mentre il gonococco, lo streptococco e lo stafilococco proliferano in pH 6-8 decisamente basico; il trichomonas beneficia di un pH 5-6.
Possibili applicazioni terapeutiche dei lattobacilli: buoni risultati con l’applicazione locale di lattobacilli acidofili in caso di vulvovaginiti micotiche ricorrenti e vaginosi batterica soprattutto in donne in menopausa o con deficit della funzione ovarica (27-32).
Secondo la definizione della WHO, vengono classificate nella categoria farmacologica di “Probiotici” quelle formulazioni contenenti “micro-organismi viventi in una tale quantità da essere in grado di determinare un beneficio al soggetto che ne faccia uso”. I ceppi batterici principalmente utilizzati per questo scopo fanno parte della famiglia dei Lattobacilli, (L. acidophilus, L. delbrueckii, L. casei L.plantarum, L.reuteri), e dei Bifidobatteri (B. infantis, B.breve, B.anamalis, B.adolescentis, B.longo), microorganismi GRAM positivi, componente preponderante della normale flora batterica anaerobica intestinale. Il loro utilizzo è stato ampiamente testato nella terapia di molte patologie gastro-intestinali come la diarrea del viaggiatore, la stipsi, etc
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Lattobacillosi vaginale e vaginosi citolitica
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