Il carcinoide è una neoplasia originato da cellule neuroendocrini prevalentemente localizzato nella parte terminale dell’ileo, dell’appendice e del retto (60%), meno frequentemente nell’apparato respiratorio (40%).
A differenza del carcinoma, il carcinoide è quasi sempre una neoplasia a carattere benigno.
ANATOMA PATOLOGICA – Il carcinoide ileale è una neoplasia a basso grado di malignità e deriva dalle cellule enterocromaffini, a crescita lenta e non infiltrante, ha origine endodermica e funzione secretoria endocrina apud (apudomi). Di solito sono di piccole dimensioni e solitari, ma possono esser anche multipli e maligni. Tumori di dimensioni superiori a 2 cm sono quasi sempre metastatici ai linfonodi locoregionali o al fegato.
La classificazione dei carcinoidi basata sull’origine embriologica e sulle proprietà di colorazione all’argento delle cellule tumorali permette la distinzione in:
– Tumori foregut: localizzati tra la cavità orale e la parte media del duodeno, sono argirofili (si colorano con l’argento in presenza di agenti riducenti). Questi per la mancanza dell’enzima L-amminoacidi-decarbossilasi non producono in genere somatostatina, ma altri peptidi. Pertanto, presentazione della sindrome da carcinoide è spesso atipica e per la secrezione di specifici peptidi si può avere: sindrome di Cushing, acromegalia, sindrome di Zollinger-Ellison, sindrome da somatostatinoma.
– Tumori midgut: localizzati tra la parte media del duodeno e la parte media del colon trasverso, sono argentaffini (si colorano con l’argento in assenza di agenti riducenti). Questi producono prevalentemente serotonina e presentano spesso la classica sindrome da carcinoide.
– Tumori hindgut: localizzati tra la parte media del colon trasverso e l’ano, non sono né argentaffini né argirofili. Solitamente non producono serotonina e raramente danno origine alla sindrome da carcinoide. Possono produrre altri ormoni ma in genere senza un corrispettivo clinico da ipersecrezione ormonale.
SINDROME DA CARCINOIDE – La sindrome da carcinoide è solitamente dovuta a forme maligne endocrinologicamente attive che originano da cellule neuroendocrine soprattutto nell’ileo. Il carcinoide intestinale produce varie amine biologiche, specialmente serotonina, bradichinina, istamina, prostaglandine, ormoni polipeptidici.
Queste sostanze sono responsabili di una sintomatologia clinica caratterizzata da ipotensione, eruzioni o flushing cutanei, teleangectasia, crampi addominali, diarrea cronica, broncospasmo, artrite e artropatie, ittero, fibrosi mesenterica, alterazioni fibrotiche delle valvole cardiache. Dopo diversi anni, si può sviluppare una valvulopatia cardiaca destra. Le lesioni cutanee sono simile a quelle della pellagra derivanti dalla mancanza del triptofano. Infine possono verificarsi episodi di broncocostrizione (attacchi d’asma), malnutrizione.
DIAGNOSTICA – La diagnosi è clinica e si basa su
- Calcitonina – il dosaggio della calcitonina sierica rappresenta il gold standard diagnostico per il carcinoide. La calcitonina risulta fortemente elevata. Un test di stimolo con il calcio (15 mg/kg EV in 4 h) induce una secrezione abnorme di calcitonina.
- aumentata escrezione urinaria di acido 5-idrossiindolacetico (>15 mg/24 ore), metabolita della serotonina.
- Valori elevati di serotonina plasmatica (>30-200 ng/ml)
- scintigrafia con octreotide: identifica il 75% dei carcinoidi.
- laparotomia esplorativa per individuare la sede del carcinoide. A tal scopo si può anche utilizzare
- PET che utilizzi il 5-HTP marcato con 11C.
- RX o l’ecografia possono mostrare una calcificazione densa, omogenea, conglomerata all’interno del tumore primitivo.
- L’ecocardogramma permette di valutare la presenza di eventuali lesioni cardiache .
TERAPIA –
- analoghi della somatostatina, l’octreotide,
- rimozione chirurgica; Nella malattia localizzata (tumore <1 cm) la rimozione chirurgica del tumore può essere risolutiva. Nel caso di tumori >2 cm, tuttavia, è consigliabile anche l’asportazione dei linfonodi e del tessuto circostante
- antagonisti dei recettori della serotonina (ondasentron) o meglio con analoghi della somatostatina a lunga durata d’azione
- interferone.
- antistaminici 3-103 UI s.c. 3 volte a settimana
- Octreotide 150-1500 μg/die in tre dosi giornaliere
- chemioterapia in caso di tumori maligni: streptozocina, doxorubicina 5-FU
- embolizzazione metastasi epatiche (terapia palliativa delle metastasi epatiche)
PROGNOSI: sopravvivenza del 95% a 5 anni melle forme localizzate; sopravvivenza del 20% in caso di ed exitus a 2.5 anni in media in caso di metastasi epatiche.