Ultimo aggiornamento 2022-05-10 08:44:38
La vasopressina, detta anche ormone antidiuretico (ADH) è una sostanza prodotta dall’ipotalamo nei nuclei magnocellulari sovraottico e paraventricolare, trasportata dagli assoni del fascio ipotalamo-ipofisario nella neuroipofisi e quindi riversata nel circolo ematico dove raggiunge livelli di 0,5 – 7,6 pg/mL. In circolo la vasopressina circola legata agli estrogeni e, in condizioni normali, aumenta in periodo periovulatorio e diminuisce in prossimità e durante le mestruazioni.
La secrezione dell’ADH è stimolata dall’iperosmolarità dei liquidi extra-cellulari e dalla diminuzione della pressione arteriosa sistemica.
La secrezione di ADH viene stimolata anche dalla disidratazione, dalla sete e a seguito di perdite di liquidi come nel vomito e nausea che provocano iperosmolarità (≥290 mosm/kg) che a sua volta stimola gli osmocettori ipotalamici sovraottico e paraventricolare deputati alla secrezione di ADH. Tutte le condizioni di stress come il dolore, forti emozioni, nicotina, esercizio fisico, ipotensione. Anche l’angiotensina II induce ipersecrezione di vasopressina.
Il rilascio di ADH si riduce nelle condizioni opposte ed in seguito all’assunzione di alcool; la conseguente riduzione del riassorbimento di acqua dal filtrato glomerulare contribuisce all’aumento della diuresi che si osserva in seguito ad ingestione di alcool.
Un’ipersecrezione di vasopressina può verificarsi anche in presenza di un adenoma ipofisario, gravi patologie cerebrali o per secrezione ectopica dell’ormone (microcitoma polmonare ADH secernente).
Meccanismo d’azione dell’ADH – L’azione principale dell’ADH è quella di favorire il riassorbimento dell’acqua a livello dei tubuli contorti distali e dotti collettori iniziali dove si lega a recettori specifici denominati V2 che stimolano l’azione delle acquaporine. Inoltre l’ADH stimola l’assorbimento di sodio a livello dell’ansa ascendente di Henle. Queste due meccanismi riassumono l’azione antidiuretica dell’ADH.
In caso di assente o scarsa secrezione di ADH si ha poliuria di intensità proporzionalmente correlata (diabete insipido).
La vasopressina non è l’unico ormone che regola i fenomeni di concentrazione e diluizione delle urine; altri ormoni coinvolti sono la renina, l’aldosterone e i peptidi natriuretici come il peptide natriuretico atriale.
La contrazione del volume plasmatico: è un meccanismo meno sensibile rispetto alla risposta in seguito ad aumenti dell’osmolarità plasmatica. La vasopressina viene prodotta in seguito a stimolazione dei barocettori presenti nelle carotidi e nelle altre arterie e dei volocettori a livello dell’atrio destro. Le emorragie inducono la liberazione di vasopressina attraverso questi meccanismo.
La seconda azione più importante dell’ADH è la vasocostrizione arteriolare periferica (da cui il nome vasopressina) con conseguente aumento della pressione arteriosa sistemica.
ADH/Ossitocina – L’ADH ha una struttura molecolare simile all’ossitocina e i due geni codificanti si trovano ad una distanza minima sullo stesso cromosoma. I neuroni che secernono ADH sono simili e molto vicini a quelli che producono ossitocina. Quest’ultima possiede una debole azione antidiuretica mentre la vasopressina a sua volta è in grado di indurre contrazioni miometriali e riduzione del flusso arterioso uterino esercitando quindi un ruolo fondamentale nell’insorgenza della dismenorrea.
Nella vita affettiva, ed in modo particolare durante la gravidanza, il travaglio e l’allattamento, la vasopressina sembra possedere effetti opposti a quelli dell’ossitocina, ostacolando i legami affettivi.
La sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico, nota anche come sindrome di Schwartz-Bartter, è una sindrome caratterizzata da un incremento patologico della secrezione di vasopressina con ritenzione d’acqua e iponatriemia da diluizione.
Diabete insipido – è una particolare sindrome caratterizzata da una mancata produzione di vasopressina. Il paziente può eliminare fino a 18 litri di urina al giorno. Questa malattia presenta come sintomi principali un aumento del sodio nel sangue, poliuria (aumentata produzione di urina) e conseguente polidipsia (sete).
Utilità terapeutica dell’ADH – l’ADH e i suoi derivati possono essere impiegati nella terapia del diabete insipido, delle emorragie gastrointestinali, in alcune forme della malattia di Von Willebrand, enuresi, nella terapia dell’arresto cardiaco asistolico (sembra con efficacia superiore all’adrenalina) e, in fase sperimentale, per i disturbi dell’autismo..
Inibitori ADH – Nel 2004 è stata studiata una classe di farmaci tra cui conivaptan, tolvaptan relcovaptan lixivaptan che agiscono inibendo l’azione dei della vasopressina sui recettori V1 e V2
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