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Alimentazione antidiabete

Da dottvolpicelli

Ultimo aggiornamento 2023-04-16

L’alimentazione gioca un ruolo importante nel  benessere dei pazienti diabetici perchè permette di soddisfare i bisogni nutrizionali pur tenendo sotto  controllo la glicemia, la lipidemia e la pressione arteriosa (1-4).  

Evitare grassi saturi e alcool, limitare i carboidrati, preferire i cibi a basso indice glicemico (GI, capacità di elevare la glicemia), ricchi di fibre e acidi grassi monoinsaturi (omega 3). Evitare i picchi di glicemia e iperinsulinemia evitando i pasti abbondanti  frazionandoli in 3 pasti quotidiani e 2 spuntini, Sono le  regole alimentari raccomandate dall’American Diabetes Association (ADA) per chi soffre di diabete o è considerato un soggetto a rischio e per le pazienti con diabete gestazionale (5-14). Distribuire il totale giornaliero dei  macronutrienti in  45-60% di glucidi, 25-30%  protidi e 15-20%  di lipidi. Tra i lipidi vanno limitati quelli ricchi di acidi grassi saturi (non devono superare il 5-10% del carico dietetico), limitare  gli ac. grassi polinsaturi (10%), privilegiare i cibi ricchi in acidi grassi monoinsaturi come gli omega 6 e soprattutto  omega 3  (20-30%).  L’acido oleico è senza dubbio il più importante e conosciuto acido grasso monoinsaturo. Le principali fonte alimentare degli ω-3 sono rappresentate dal latte materno,  dai pesci, in particolare quelli ad alto contenuto di grassi: merluzzo, salmone, tonno, pesce spada,  halibut, pesce azzurro e olio di pesce. I  molluschi e crostacei rivestono minore importanza.

Il pesce azzurro, grazie ad un valore d’acquisto estremamente contenuto e alla possibilità di rientrare “in filiera corta” (colonizzano abbondantemente il litorale del Mar Mediterraneo), rappresenta la soluzione più nutriente, economica e logica nella ricerca degli alimenti ad alto contenuto di EPA e DHA soprattutto in gravidanza.

Però nella scelta degli alimenti occorre fare attenzione alle calorie degli alimenti/100 gr e all’indice glicemico. I carboidrati e le proteine forniscono 400 Kilocalorie/100 gr, i grassi forniscono 900 calorie/100 gr. L’indice glicemico indica la capacità degli alimenti di innalzare velocemente la glicemia. Esempi di cibi ad alto indice glicemico: coca-cola, pepsi, succhi di frutta commerciali, tè confezionato, caramelle, dolci, pane bianco (15-25).

Esistono alimenti che  possono aiutare a controllare i livelli di glicemia essendo dotati di minima percentuale di carboidrati  e a basso indice glicemico (IG <55), poveri di lipidi, ricchi di fibre e capaci di fornire un maggiore senso di sazietà e per un periodo più lungo, a parità di calorie rispetto ad altri alimenti. Tra questi i più noti sono:

  1. AVENA
  2. ORZO
  3. VERDURE NON AMIDACEE
  4. FESA DI TACCHINO
  5. ASPARAGI
  6. LIEVITO DI BIRRA
  7. AVOCADO
  8. FINOCCHi
  9. MANDORLE
  10. UOVA SODE
  11. POMODORI
  12. FRUTTI DI BOSCO
  13. SPREMUTE DI ARANCE E POMPELMI
  14. AGLIO
  15. SALMONE
  16. PEPERONCINO ROSSO
  17. OLIO D’OLIVA
  18. ACETO
  19. CAFFE’
  20. CORRETTA ASSOCIAZIONE ALIMENTARE
  21. ATTIVITA’ FISICA e LIFE STYLE

 Avena, orzo: Numerosi studi hanno mostrato che una dieta ricca di fibre riduce del 35-42% il rischio di ammalarsi di diabete tipo 2, contrasta l’iperinsulinemia e l’iperlipidemia. L’avena  (370 KCal/100 gr) è ricca di fibre (8.3%) che rallentano ed ostacolano l’assorbimento intestinale degli zuccheri e forniscono un elevato senso di sazietà per lungo tempo (5-9). 

I chicchi di avena lessati possono essere utilizzati come insalata con le verdure, o sotto forma di zuppe. I fiocchi d’avena possono essere consumati a colazione nel latte o nello yogurt. La farina si può  invece utilizzare per preparare pizza e pane assieme miscelandola ad altre.

 Nonostante un discreto valore calorico (373 KCal/100 gr),  il basso indice glicemico la rende un alimento prezioso per i diabetici in quanto stabilizza i livelli glicemici. Inoltre prolunga il senso di sazietà dopo il pasto.

 La presenza di avenina, un alcaloide concentrato nella crusca, conferisce all’avena un effetto tonificante, energetico e riequilibrante. L’avena ha inoltre proprietà diuretiche e lassative. 

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Verdure non amidacee:  comprendono lattuga, spinaci, carciofi, asparagi, broccoli, friarelli (o broccoletti), rucola, cavoli, bietole, cetrioli, melanzane, sedano, finocchi, prezzemolo, aglio, cipolle, porri, ravanelli. Questa categoria di verdure apporta un lungo periodo di sazietà, buon carico di  vitamine, minerali, fibre (32) e glicosinolati, sostanze anticancerogene. Queste verdure sono anche a basso contenuto di calorie e carboidrati. L’American Diabetes Association (ADA) identifica la maggior parte delle verdure non amidacee come alimenti a basso indice glicemico, con un punteggio di 55 o meno (10-19). 

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Asparagi: Alimento ipocalorico (15 KCal/100 gr)  e ipoglicidico (3,63 gr) dotato di proprietà diuretiche e ricco di cromo e soprattutto di glutatione (o GSH è un tripeptide naturale, vale a dire una sostanza costituita da tre amminoacidi, nell’ordine acido glutammico, cisteina e glicina), il più potente antiossidante presente nell’organismo umano capace di rallentare l’invecchiamento, contrastare l’insorgenza di diabete II, cancro, aterosclerosi, cardiopatie, ipoacusia e impotenza. Affinché il glutatione possa espletare la sua azione è fondamentale che esso sia supportato da adeguate quantità di selenio – un minerale che abbonda negli alimenti di origine marina e nelle frattaglie – di  riboflavina (Vit. B2) e di  niacina (Vit. PP).

Valore calorico degli asparagi lessi/100 gr: KCal 22; proteine 2.4 gr, carboidrati 4.11 gr, lipidi 0,22 gr, fibre 2 gr.

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Il lievito di birra (56 KCal/100 gr) è costituito da colonie di Saccharomices cerevisiae, funghi microscopici unicellulari in grado di moltiplicarsi rapidamente; Il nome “lievito di birra” deriva proprio dalle origini dei Saccharomices cervisiae, impiegati anticamente per la produzione della birra. Il lievito di birra e gli asparagi contengono alte percentuali di cromooligoelemento capace di legarsi all’insulina e potenziarne la sensibilità recettoriale. 200 gr di asparagi o 9 gr/die  di  lievito di birra  secco garantiscono 42 μg di cromo, sufficienti a migliorare  significativamente il profilo glicidico (glicemia e emoglobina glicata) e il profilo lipidemico (colesterolo e trigliceridi) in soggetti con diabete tipo II di recente insorgenza (28-31).

Il lievito di birra, inoltre, è un ottimo rimedio antiastenico, ricco di minerali, amminoacidi essenziali (leucina, valina, isoleucina, treonina, fenilalanina, metionina, triptofano, lisina), selenio e tutte le vitamine del gruppo B.

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Avocado:  frutto esotico costituito per l’80% da acidi grassi monoinsaturi, 15% di proteine e bassi valori di glicidi (indice glicemico molto basso: GI 10). Contiene alte percentuali di beta-carotene, glutatione, vitamine A,E,C,  (antiossidanti e antidiabetici), acidi grassi monoinsaturi omega 3, omega 6, ac. linoleico (antinfiammatori e ipocolesterolimizzanti LDL).

Inoltre, l’avocado contiene potassio in quantità maggiori delle banane e tutti i 18 aminoacidi  essenziali.

Però è altamente calorico (231 KCal/100 gr); tali calorie derivano soprattutto dal contenuto lipidico di questo frutto.

Prima di acquistarlo, esercitate una lieve pressione con il pollice sulla superfice del frutto. Se è duro come un sasso, bisogna farlo maturare alcuni giorni. Se la buccia cede senza lasciare alcun solco, è pronto per essere mangiato. Se la buccia lascia un piccolo solco dopo essere stata premuta, l’avocado è troppo maturo per essere mangiato a fette, ma va ancora bene per essere ridotto in crema. Se la buccia lascia un solco profondo, è troppo maturo e non va acquistato.

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Finocchi: alimento ideale per calmare il senso di fame con 1 KCal, 1 gr di carboidrati e o gr di lipidi per 100 gr.  

Il finocchio è noto per le sue proprietà digestive e carminative, ma costituisce un top player per il controllo glicemico e le diete dimagranti per il senso di sazietà che riesce a procurare pur con un minimo apporto di glicidi e calorie. È composto per il 90% da acqua. I minerali presenti sono il potassio, il calcio, il fosforo, il sodio, il magnesio, il ferro, lo zinco, il manganese, il molibdeno ed il selenio. Le vitamine: la vitamina A, le vitamine B1, B2, B3, B5, B6 e la vitamina C.

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Sedano: In 100 grammi di sedano c’è una percentuale dell’83-90% di acqua  e un apporto di 15-20 calorie, così ripartite: 46% proteine, 45% carboidrati e 9% lipidi. Il sedano è ricco di fibre e dunque, oltre ad aumentare il senso di sazietà, contribuisce a ridurre la presenza di colesterolo e trigliceridi nel sangue. La presenza di fenolo e inositolo produce effetti positivi sull’attività dell’intestino e riduce la presenza di gas. Valido il suo apporto contro l’ipertensione arteriosa – grazie ad alcuni fitonutrienti che interagiscono con alcuni ormoni che regolano la pressione del sangue – e le sue proprietà diuretiche. La presenza di vitamina A lo rendono inoltre un alimento utile per combattere alcune infiammazioni.

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 Mandorle: non trattate contengono un ottimo mix di magnesio e grassi monoinsaturi. Moltissimi studi sembrano dimostrare che l’assunzione di magnesio riduce il rischio di diabete tipo 2Hanno però un elevato valore calorico (600 KCal/100gr).

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Uova sode: Le proprietà nutrizionali dell’uovo sodo sono quasi sovrapponibili a quelle dell’uovo crudo. Le differenze sostanziali stanno in una riduzione della concentrazione vitaminica termolabile ma aumenta la disponibilità di biotina per la degradazione della proteina chelante avidina. Ricche di proteine (13 gr/100) sono una buona scelta per chi soffre di diabete di tipo 2, perché facilmente digeribili, capaci di saziare senza influire sui livelli di glicemia avendo solo 1 gr di glicidi e 130-150 KCal/100 gr.

Grassi: 11 gr/100 di cui ac. grassi saturi 3.3 gr, polinsaturi 1.4 gr, monoinsaturi 4.1 gr; Colesterolo 373 mg; sodio 124 mg; Potassio 126 mg; carboidrati 1 gr; fibre 0; protidi 13 gr/100 gr.

Pomodori: Se consumati crudi o cotti, i pomodori sono ricchi di licopene, antiossidante che può ridurre il rischio di cancro (in particolare cancro della prostata), malattie cardiache e la degenerazione maculare.

Come altri vegetali non amidacei, i pomodori hanno un basso indice glicemico. 200 grammi di pomodoro crudo al giorno comporta una riduzione della pressione arteriosa e riduzione del rischio di cardiopatie associate al diabete di tipo 2 (26-30).

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Spremute di arance e pompelmi freschi: ricca fonte di fibre, vitamina C e antiossidanti. Bere la spremuta o mangiare agrumi può ridurre il rischio di diabete, ma bere i  succhi commerciali di queste frutta può aumentare il rischio. L’arancia ha un indice glicemico di 40 e carico glicemico 5, carboidrati 10 gr/100 gr, lipidi 0, fibre 2.4 gr/100 gr.

Il GI del pompelmo è 25, carico glicemico 0.22, KCal 26/100 gr, proteine 0.6 gr/100 gr, carboidrati 4.11, lipidi 0, fibre 1,6 gr/100 gr, potassio 230 mg/100 gr.

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Aglio – Tra le numerose proprietà ascritte all’aglio c’è quella di donare alla pelle un aspetto sano e di favorire la crescita dei capelli; tale effetto è dovuto alla presenza dell’acido fitinico, che da un lato lega le sostanze minerali e dall’altro può essere trasformato in inositolo (o vitamina B7) in grado di stimolare la produzione endogena di lecitina, da parte dell’organismo stesso. La lecitina è attiva nel trasporto dei lipidi dal fegato alle cellule e  contribuisce a ridurre colesterolemia  e trigliceridemia. L’aglio contiene anche alcaloidi che svolgono un’azione simile a quella dell’insulina, abbassando il livello di glicemia e: per questa ragione l’aglio è considerato un valido supporto nelle terapie contro il diabete e la policistosi ovarica.

L’aglio rafforza il sistema immunitario ed agisce come potente battericida su tutto l’organismo; è un potentissimo vermicida, un regolatore della pressione arteriosa provocando vasodilatazione delle arteriole e dei capillari; riduce il rischio di  aterosclerosi d esplica azione antiaggregante piastrinica.

Una delle proprietà più importanti ed interessanti dell’aglio è quella riguardante la sua caratteristica funzione antibiotica batteriostatica e battericida sia verso i Gram+ che i Gram-. A differenza degli antibiotici di sintesi, l’aglio agisce contro i batteri patogeni e non solo non attacca la flora batterica saprofita, ma ne favorisce addirittura il ripristino. Studi clinici hanno riportato l’azione dell’aglio anche nei confronti dell’Helycobacter pylori, il batterio in parte responsabile dell’ulcera gastrica e dello sviluppo del ca. gastrico.

Inoltre l’aglio funziona da chelante nei confronti dei metalli pesanti (cadmio, piombo, mercurio) presenti nell’organismo permettendone l’espulsione.

Valori calorici per 100 gr: 41 KCal; H2= 80%; carboidrati 8.4; proteine 0.9; grassi 0.4; fibre 3.1.

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Peperoncino rosso:  benefici interessanti del peperoncino piccante per la prevenzione di molte patologie croniche come l’obesità, le malattie cardiovascolari ma anche disturbi gastrointestinali, dermatopatie e vescica neurologica. La capsaicina promuove la secrezione di insulina e la sensibilità recettoriale ad essa. Induce la proliferazione delle cellule ß del pancreas e diminuisce l’apoptosi delle stesse. Inoltre la capsaicina promuove la deposizione di glicogeno nel fegato (31-33). 

La capsaicina ha dimostrato di alterare l’espressione di diversi geni coinvolti nella sopravvivenza delle cellule cancerogene.

Valori nutrizionali per 100 gr: 300 KCal, carboidrati 56 gr, proteine 12 gr, lipidi 17 gr di cui 3 saturi, fibre 27 gr

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Salmone  fresco (non di allevamento), pesce azzurro (sgombro, alici, sardine), merluzzo fresco, stoccafisso ammollato, pesce sanpietro:  ricchi di vitamina D, selenio e acidi grassi polinsaturi omega-3 (2 gr/100 gr di peso), che possono ridurre il rischio di malattie cardiache e diabete.  Contengono solo 0.5-1 gr di carboidrati/100 gr e danno un senso di sazietà che dura a lungo. Il pesce va cotto a temperature non molto alte perchè gli omega 3 sono termolabili.

100 grammi di stoccafisso ammollato contengono circa 92 calorie, divise tra 20 grammi di proteine, 0,9 grammi di grassi, 0,3 grammi di carboidrati, 562 mg di fosforo e poi 31 mg di calcio, 2,30 mg di ferro, 0,28 mg di vitamina B2 e 0,06 mg di vitamina B1.

Tutti i tipi di pesce hanno un elevato contenuto proteico, tra il 15 e 20% delle calorie. Si tratta di proteine ad alto contenuto nutrizionale, infatti tutti gli amminoacidi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo sono presenti in questo straordinario prodotto alimentare. Le proteine del pesce sono paragonabili a quelle della carne e possono essere considerate una valida alternativa alla stessa il cui abuso, come noto, presenta controindicazioni. La composizione dei grassi invece è più variabile ed è strettamente legata al tipo di pesce. Ad esempio il dentice ha solo lo 0,3% di grassi mentre in un anguilla può raggiungere anche il 24%.

Nel pesce, diversamente dalla carne, vi è una netta prevalenza degli acidi grassi polinsaturi tra i quali gli essenziali Omega 3 che, come risaputo:

  • migliorano il ritmo cardiaco, favorendo la circolazione del sangue;
  • riducono la formazione di trombi ed emboli;
  • riducono i trigliceridi e l’aggregazione delle piastrine.

Le calorie presenti nel pesce sono inferiori anche a quelle della carne.
Il salmone che è considerato un pesce “grasso” (202 Kcal per 100 gr), è ricco di fosforo, ferro, oligominerali, vitamina B, proteine e acidi grassi polinsaturi sostanze che fanno bene alla nostra salute e che sono indispensabili per prevenire e curare molteplici malattie. Queste caratteristiche fanno del pesce un alimento ideale per perdere peso in modo equilibrato e sano.
E’ possibile suddividere il pesce in:

  • pesci magri – 60-90 Kcal per 100 gr come il Branzino, la Seppia/Calamaro, la Cernia, il Merluzzo, il Nasello, l’Orata, il Polpo, il Rombo, la Sogliola, la Trota, la Razza, ecc.
  • pesci semi-grassi – 100-120 kcal per 100 gr come l’Orata, il Cefalo, il Persico, il Dentice, il Pesce spada, la Sardina, l’Halibut, ecc.
  • pesci grassi – 120 kcal per 100 gr come il Salmone, l’Anguilla, lo Sgombro, il Tonno, ecc.

Anche crostacei e molluschi, a volte considerati erroneamente grassi e non dietetici sono in realtà cibi poco calorici, infatti per 100 gr di prodotti si hanno i seguenti apporti calorici:

  • Granchio 65 Kcal
  • Astice 81 Kcal
  • Aragosta 89 Kcal
  • Gamberetti 86 Kcal
  • Scampi 90 Kcal
  • Ostriche 47 Kcal
  • Vongole 47 Kcal
  • Cozze 51 Kcal
  • Capesante 74 Kcal

Ciò che fa davvero la differenza è il metodo di cottura, si consiglia di privilegiare cotture che non richiedano troppi grassi, come le fritture, ma preferire cotture alla griglia, al vapore, al forno e/o, in ogni caso, non esagerare con i condimenti.

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Salmone selvaggio: valore nutrizionale/100 gr: 141 KCal; carboidrati 0 gr, proteine 20 gr, grassi 6.3 gr di cui saturi 0.9, monoinsaturi 2.5, polinsaturi 2.5, EPA-DHA 0.3-1 gr, potassio 490 mg.

Salmone di allevamento: 208 KCal/100 grammi; carboidrati 0 gr, proteine 20 gr, grassi 11.4 gr di cui saturi 3 gr, monoinsaturi 3.7 gr, polinsaturi 3.8 gr, EPA-DHA 0.3-1 gr, potassio 393 mg. I livelli più alti di grassi nei salmoni allevati, sono dovuti al fatto che questi sono meno attivi di quelli wild e a causa della loro alimentazione. 

Salmone affumicato: 117 KCal/100 grammi; carboidrati 0 gr, proteine 18 gr, grassi 4.3 gr di cui saturi 0.9 gr, monoinsaturi 2 gr, polinsaturi 0.9 gr, EPA-DHA 0.3 gr, potassio 175 mg, sodio 672 mg. L’affumicatura riduce la percentuale di grassi ma anche di omega 3 e soprattutto aumenta di molto il contenuto di sodio.

La colorazione rosa del salmone è dovuta ad un pigmento chiamato astaxantina. I mangimi degli allevamenti vengono arricchiti di questo pigmento proprio per richiamare al consumatore il colore naturale del salmone selvaggio.

L’astaxantina ha una struttura simile al beta carotene (pro vitamina A) ed oltre a fornire la tipica colorazione al salmone, questo carotenoide, possiede anche proprietà farmacologiche: migliora la glicemica, diminuisce il colesterolo LDL, è un potente anti-infiammatorio e ha una buona capacità anti-ossidante.

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Olio d’oliva:   – È ricco di composti fenolici che riducono l’attività infiammatoria di geni, coinv:olti nello sviluppo del diabete mellito di tipo 2 e di diverse patologie cardiovascolari o metaboliche.

Valore calorico/100 ml: KCal 884; Indice glicemico 0, Carico glicemico 0, carboidrati 0, lipidi 99,9 di cui grassi insaturi 16%, monoinsaturi 16% e polinsaturi 9%. 1 cucchiaio = 15 ml = 132 KCal; 1 cucchiaino = 5 ml = 22 KCal

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Aceto – diminuisce la concentrazione di zuccheri nel sangue soprattutto con i cibi a più alto indice glicemico, come le patate, la zucca o il pane bianco. Inoltre ha poche calorie e usandolo riduci burro, sale e olio: perfetto per chi è a dieta o soffre di ipertensione. Si ipotizza che l’acido acetico possa rallentare lo svuotamento dello stomaco e inibire l’attività degli enzimi digestivi presenti nell’intestino tenue, limitando la completa digestione dell’amido e, quindi, l’assorbimento del glucosio. O potrebbe aumentare la captazione di glucosio da parte del tessuto muscolare, sottraendolo dal circolo. Questo effetto si è osservato sia in soggetti sani sia in diabetici. 

Non più di 2 cucchiai al giorno perchè  l’aceto può indurre ipersecrezione di acidi gastrici e ostacolare l’assorbimento di calcio. Il più salutare sarebbe quello balsamico, in quanto capace meglio di altri di ridurre i livelli di insulina nel sangue; sconsigliato l’aceto di mele perchè ricco di cromo.

Nell’antica Roma, ci si dissetava con la posca, miscuglio di acqua e aceto. Si diceva che la posca dava forza, il vino ebbrezza.

Valore calorico dell’aceto di vino: 19 KCal/100 ml; proteine 0.04 gr, grassi 0 gr, carboidrati 0.27 gr, sodio 8 mg.

Valore calorico dell’aceto balsamico: 88 KCal/100 ml: proteine 0.49 gr, grassi 0 gr, carboidrati 17 gr, sodio 23 mg.

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Caffè – i benefici effetti del caffè sulla glicemia sono dovuti alla presenza della caffeina che oltre all’azione antidiabetica (contestata da alcuni AA) esercita:

  • Gli effetti psicoattivi: la caffeina favorisce la memoria e migliora la concentrazione e altre funzioni cognitive. Ha un’azione stimolante da cui il nome caffè dato dagli arabi a questa bevanda; caffè significa “bevanda stimolante”. La caffeina esercita la sua funzione fungendo da antagonista recettoriale dell’adenosina.
  • aiuta a combattere il Parkinson.
  • proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali e antibatteriche.
  • effetti benefici sulle patologie cardiovascolari, alcuni tipi di neoplasie e persino sulla sclerosi multipla. 
  • aumenta la secrezione di acidi biliari, quindi favorisce la digestione.

Nel caffè troviamo una quantità significativa di potassio, e in misura minore troviamo anche calcio, magnesio, fosforo e selenio. Anche vitamine come B2 e B5.

Da evidenziare, infine, la presenza di antiossidanti come i flavonoidi e i polifenoli, che riducono i radicali liberi e quindi ridurre l’infiammazione e le condizioni infiammatorie come il diabete di tipo 2. L’azione antiossidante è perfettamente conservata nel caffè decaffeinato.

Valore calorico di una tazzina di caffè: 1 KCal

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Corretta associazione alimentare:

La digestione degli amidi inizia nella bocca dove, mediante la masticazione, vengono decomposti in particelle più piccole e completamente insalivati. Con la saliva essi ricevono l’enzima “ptialina” che li trasforma in maltosio prima che passino nello stomaco (da qui l’importanza di una buona masticazione: l’ideale sarebbe masticare ogni boccone almeno 40 volte, ma un consiglio utile per migliorare la masticazione è quello di posare la forchetta tra un boccone e l’altro e naturalmente di non avere troppa fretta durante il pasto). Una volta nello stomaco gli amidi devono trovare un ambiente alcalino, cioè non acido, altrimenti non vengono digeriti correttamente e iniziano a fermentare.

Se nello stomaco vi è un ambiente alcalino la digestione iniziata in bocca può continuare regolarmente fintanto che il cibo (detto chimo) passa nell’intestino tenue, dove la digestione verrà completata regolarmente. 

Se assieme agli amidi vengono assunte delle proteine animali (carne, pesce, pollo, ecc.) nello stomaco verrà a crearsi una forte acidità necessaria alla loro digestione. Questi acidi neutralizzeranno l’azione della ptialina e la digestione degli amidi cesserà completamente ma contestualmente inizierà la fermentazione.

Quando si mescolano amidi e zuccheri viene secreta molta saliva, ma essa non contiene ptialina! Pertanto non può avvenire la loro prima e fondamentale digestione per cui gli amidi saranno costretti a fermentare.

L’inacidimento è un fenomeno, causato da batteri, che porta alla creazione di sostanze acide partendo dagli zuccheri e dagli amidi. Pertanto essa non ha nulla a che vedere con la normale digestione degli alimenti che dovrebbe essere compiuta da numerosi enzimi. Mentre la digestione normale crea dei nutrienti, la fermentazione crea dei veleni. Gran parte dei gas intestinali e delle flatulenze che colpiscono moltissime persone sono dovute proprio a queste fermentazioni. 

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Attività fisica – camminare:  è l’esercizio più semplice da fare in gravidanza e non. L’abitudine alle passeggiate fa diminuire del 5-10% il rischio di diabete gestazionale nelle donne obese e le complicanze cardiocircolatorie. Anche la ginnastica pre-parto contribuisce alla profilassi antidiabetica. Camminare a passo normale per 6 Km consente di bruciare 400 KCal e non prevede nessuna controindicazione o complicanza. Una passeggiata in bici per 20 Km a 12 Km/ora o 70 minuti di giardinaggio o 50 minuti di aerobica a bassa intensità consentono ugualmente un consumo di 400 Kcal ma non sono accessibili a tutti.

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