Ultimo aggiornamento 2022-06-02 17:21:53
La gametogenesi femminile (o ovogenesi) è la formazione delle cellule uovo. Inizia alla 7a settimana di vita intrauterina con la colonizzazione dell’ovaio da parte delle cellule germinali primitive (protogoni) che migrano lungo il mesentere dorsale intestinale dal mesoderma del sacco vitellino alle creste genitali penetrando in esse e formando i cordoni sessuali.
Se l’embrione è geneticamente maschile, per l’influenza esercitata dal gene SRY presente sul braccio corto del cromosoma Y, i cordoni sessuali continuano a proliferare, si approfondiscono nella midollare e danno luogo ai tubuli seminiferi. Se invece l’embrione è geneticamente femminile, i cordoni sessuali si suddividono in una serie di ammassi cellulari costituiti prevalentemente da cellule della granulosa che circondano le cellule germinali primordiali (1-4).
Sino a tutta l’8a settimana di vita embrionaria, i due sistemi dei dotti wolffiani e mülleriani rimangono uguali sia nel sesso maschile che in quello femminile; solo dopo l’8a w, con l’inizio della differenziazione sessuale, uno dei due sistemi comincerà a subire fenomeni di involuzione.
Le primitive cellule germinali dell’embrione sono simili nei due sessi e sono detti protogoni. Nell’ovaio si differenziano in ovogoni e nelle prime 12 settimane di gestazione gli ovogoni aumentano di volume e si trasformano in ovociti primari che si moltiplicano velocemente per mitosi raggiungendo il numero di circa 7.000.000 alla fine del 3° mese di gestazione.
Dal 4° mese di vita fetale e fino alla pubertà gli ovociti primari sono in stand by ma una quota consistente di essi va incontro a morte spontanea per apoptosi, fenomeno, quest’ultimo, che continua ad essere presente ininterrottamente fino alla menopausa. Le alterazioni che si verificano durante l’apoptosi sono state rilevate dal microscopio elettronico e comprendono condensazione citoplasmatica, rilocalizzazione e compattazione di organelli, condensazione della cromatina e infine produzione di particelle racchiuse in membrana contenenti materiale intracellulare, note come corpi apoptotici, che sono fagocitate.
Alla nascita il numero degli ovociti primari è di 1-2 milioni circa per ovaio e scende mediamente a 300.000 per ovaio all’epoca della pubertà. Nella donna la differenziazione e la sopravvivenza degli ovogoni sono regolate geneticamente. circa per ovaio.
Periodo dell’infanzia o pre-puberale: una quota di ovociti continua ad andare incontro ad apoptosi e per tale motivo il numero di ovociti si riduce da un milione per ovaio alla nascita a 300.000 per ovaio alla pubertà. Se la distruzione nel periodo pre-puberale é eccessiva può insorgere insufficienza ovarica (o senescenza ovarica precoce, POF). Quando invece la diminuzione eccessiva di ovociti avviene dopo i 30 e prima dei 40 anni si parla di menopausa precoce. Durante la vita riproduttiva di una donna, solo 300-400 ovociti raggiungeranno lo stato ovulatorio; il resto evolve in atresia e apoptosi.
Periodo della maturità – Dall’epoca della pubertà e fino alla menopausa gli ovociti vanno incontro alla prima divisione meiotica durante la quale il numero di cromosomi ovocitari caratteristico della specie umana da diploide (46 (2n)) viene ridotto a metà e diventa aploide (23 (n)), cioè ogni cromosoma contiene un solo cromatide. La meiosi I si arresta però allo stadio di diplotene, ultimo step della profasi I. Il meccanismo che determina l’inizio del processo meiotico è sconosciuto. Tuttavia è probabile che la comparsa della meiosi rientri nella normale programmazione genetica delle cellule germinative, indipendentemente dall’intervento di fattori esterni ad essa.
Il follicolo primario ha un diametro di circa 30 μm e contiene l’ovocita primario (Ø 25 μm) circondato da una singola lamina di cellule della granulosa appiattite e la membrana basale o membrana di Slaviansky.
L’ovocita e lo strato di cellule della granulosa che lo circonda sono in diretto contatto tra loro attraverso una serie di giunzioni intermembranose (gap-junctions) permeabili che finiscono per costituire una via attraverso la quale si effettua il trasferimento di informazioni e di sostanze nutritive all’ovocita.
Come detto, la meiosi I si arresta in profase I e gli ovociti restano quiescenti fino alla pubertà quando gli ovociti primari, in fase pre-ovulatoria e sotto lo stimolo di LH, completano ciclicamente la prima divisione meiotica attraverso la metafase I, anafase I e telofase I. L’ovocita primario da diploide diventa aploide dopo espulsione del primo corpuscolo polare e viene chiamato ovocita secondario.
Talvolta anche il primo globulo polare si divide in due piccole cellule, così che alla fine da un ovocito di primo ordine si formano quattro cellule: tre globuli polari ‒ che hanno il significato di cellule abortive, destinate a scomparire ‒, e una sola cellula uovo destinata alla fecondazione.
Periodo post-menarcale: solo l’1% dei follicoli completano il processo maturativo giungendo fino all’ovulazione: è il periodo dell’attività funzionale completa.
Quando avviene la fecondazione, l’ovocita secondario porta a termine la meiosi II dando origine. all’ovotidio con l’espulsione del 2° globulo polare.
La fecondazione del nucleo aploide dell’ ovotidio neoformato da parte del nucleo aploide proveniente dallo spermatozoo, darà origine allo zigote, dal greco ζυγωτός (zygōtós), unito o aggiogato, è una cellula con due pronuclei. La fecondazione, in natura, avviene nel 3° distale delle salpingi. Il processo di formazione dello zigote dura circa 24 ore dalla fecondazione. Lo zigote costituisce in assoluto la prima fase dell’embrione.
Dopo la sua formazione, generalmente, lo zigote può iniziare quasi subito a suddividersi oppure entrare in un periodo di riposo. Nella specie umana, lo zigote appena formato, che ha un diametro di circa 0,1 mm, percorre una delle tube di Falloppio in direzione mediale verso l’utero, dividendosi costantemente. Dopo circa 3 giorni si trasforma in morula e dopo 7 giorni in blastocisti.
La blastocisti rimane sospesa nel liquido della cavità uterina per 2-3 giorni mentre si libera della zona pellucida che avvolge l’embrione e ne impedisce l’annidamento tubarico (GEU). In questo periodo inoltre si sviluppa la porzione del foglietto trofoblastico prossimo alla decidua che si duplica in uno strato esterno detto sinciziotrofoblasto e in uno strato interno denominato citotrofoblasto. Questa è la fase in cui ha inizio l’annidamento vero e proprio.
Referenze:
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- David Gardner, Dolores Shoback. Basic And Clinical Endocrinology. McGraw-Hill Medical; 2011. 9th Edition. Pg. 550
- Bernard Gondos, Lars Westergaard, Anne Grete Byskov: Initiation of oogenesis in the human fetal ovary: Ultrastructural and squash preparation study. Am J Obstret Gynecol 1986;155,1:189-195
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Joseph Feher: Quantitative Human Physiology. Female Reproductive Physiology. 2012, Pages 846-855
8 commenti
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