Ultimo aggiornamento: 30/07/2023
Il sistema nervoso centrale (SNC) origina alla 4-5a settimana di gestazione dalla placca neurale, un ispessimento a forma di racchetta dell’ectoderma dorsale del feto al davanti del nodo di Hensen e della linea primitiva. La placca neurale si ispessisce e si approfonda trasformandosi in doccia neurale che chiudendosi forma il tubo neurale. La fusione inizia nella regione cervicale e procede in direzione cefalo-caudale. La mancata chiusura delle creste neurali inferiori è causa di spina bifida, meningocele e mielomeningocele. La mancata chiusura delle pliche superiori può essere causa dell’anencefalia. All’epoca della chiusura del tubo neurale il CRL fetale misura 3 mm.
Alla 6ª settimana di età gestazionale il tubo neurale si dilata dando origine a tre vescicole separate da due solchi: prosencefalo, mesencefalo e romboencefalo.
Nel corso della 7ª settimana di età gestazionale il tubo neurale si piega in avanti fino a che i 2/3 superiori formano un angolo di 70° circa con il terzo posteriore.
All’8a w la prima e l’ultima delle tre vescicole si dividono in due: il prosencefalo si divide in telencefalo e diencefalo, il romboencefalo in cervelletto e mielencefalo mentre il mesencefalo rimane unico.
Ecograficamente, alla 7-8a settimana la formazione encefalica più evidente è il romboencefalo che appare come una cavità di forma romboidale.
Successivamente il telencefalo si divide sul piano sagittale dando origine ai due emisferi cerebrali. Dal diencefalo si originano i talami, dal mesencefalo i peduncoli cerebrali, la lamina quadrigemina e l’acquedotto di Silvio mentre dal romboencefalo origina il cervelletto, il ponte, il midollo allungato e, dalla porzione rostrale del bulbo, il midollo spinale.
Alla 10a w è possibile visualizzare molte strutture del SNC: gli emisferi cerebrali divisi dalla falce e occupati quasi completamente dai ventricoli laterali in cui si affacciano i plessi corioidei. La visualizzazione dei plessi corioidei consente di datare la gravidanza oltre la 9a settimana.
Alla 11a w sono ben visualizzabili, oltre ai ventricoli laterali, il 3° e 4° ventricolo e l’inizio del canale midollare.
Alla 12a w è possibile visualizzare il canale midollare con una scansione sagittale. Con una scansione assiale bassa si evidenzia il cervelletto e la cisterna magna e con una scansione molto bassa si può evidenziare il forame magno occipitale.
Per quanto riguarda il midollo spinale, esso si forma subito dopo la chiusura del tubo neurale. Le cellule neuroepiteliali che costituiscono il tubo neurale si dividono rapidamente formando lo strato neuroepiteliale e successivamente queste cellule si differenziano in neuroblasti.
L’epoca più idonea per lo studio dell’encefalo in utero va dalla 18ª all 32ª w perché:
- il Liquido amniotico è più abbondante;
- frequentemente il feto è in posizione podalica;
- la parete addominale materna non è eccessivamente convessa ed è facilmente comprimibile;
- il feto alterna lunghi periodi di attività a lunghi periodi di quiete e durante questi ultimi è facile studiare l’encefalo.
Le sezioni utilizzate per lo studio dell’encefalo sono tre: orizzontali (assiali o trasversali), sagittali (o longitudinali) e coronali (o frontali). Dopo la 34ª w, con il feto in presentazione cefalica, la testa è impegnata nello scavo pelvico e le uniche sezioni possibili sono quelle assiali.
Si inizia con l’esame della testa fetale e l’ispezione della superficie ossea per evitare di interpretare erroneamente le fontanelle e le suture come difetti encefalici (anencefalia, encefalocele, mielocele). Si procede poi all’esame del cranio e dello scheletro della faccia, preferibilmente in un piano sagittale mediano. Si procede poi alla ricerca di scansioni idonee ad evidenziare l’anatomia dell’encefalo ed idonee al rilevamento della biometria.
Le scansioni più utilizzate sono quelle trasversali (assiali o orizzontali); posizionate su 6 diversi livelli della testa consentono una completa scansione di tutte le principali strutture del SNC.
Piano trasversale 1: si evidenziano i ventricoli laterali e relativo diametro trasverso (a 19 w 5 mm corno frontale 6 mm corno occipitale) e i relativi plessi corioidei, emisferi cerebrali,
Piano trasversale 2: cavità del setto pellucido adiacente ai corni frontali, cisterna della grande vena cerebrale in cui protrude il peduncolo cerebrale
Piano trasversale 3: è la sezione standard per DBP, DOF, CC. Sono visibili corno frontale del ventricolo laterale ed in direzione antero-posteriore medialmente il cavo del setto pellucido, i talami, il 3° ventricolo e la cisterna della grande vena cerebrale; il corno occipitale del ventricolo laterale e l’insula. DBP 66 mm, DOF 86 mm, CC 252 mm sono le misure standard a 26 settimane.
Piano trasversale 4: l’eco mediana non è più visibile mentre appare chiaramente il cervelletto, i peduncoli cerebrali come immagine bilobata e l’acquedotto di Silvio come immagine lineare anecogena e l’ippocampo che invade come una struttura uncinata la porzione occipitale del ventricolo laterale.
Piano trasversale 5 (medio-frontale): le due fosse craniche anteriore, lo sfenoide fortemente ipeecogeno che divide le due fosse craniche anteriori dal 3° ventricolo in cui si affacciano i peduncoli cerebrali. Si evidenziano con facilità l’acquedotto di Silvio, il cervelletto e la cisterna magna. Questo piano permette la visualizazione dei principali vasi sanguigni cerebrali: il punto di ingresso delle aa. carotidi interne sulla parte piatta dello sfenoide, l’a. cerebrale media fra il lobo frontale e temporale lungo la cresta dello sfenoide, il tronco dell’a. basilare, impari e spesso, fra i peduncoli cerebrali e la parte posteriore dello sfenoide; l’a. cerebrale posteriore in vicinanza dei peduncoli e come continuazione dell’a. basilare e l’a. cerebellare superiore posta sotto il tentorio cerebellare e intorno al mesencefalo. La scansione ottimale del cervelletto però è quella obliqua che sfrutta come finestra acustica la fontanella mastoidea.
L’eco mediana continua è determinata principalmente dalla falce del cervello o secondo altri dalla fessura longitudinale o dal IIIº ventricolo.
Emisferi cerebrali: l’ampiezza ventricolare (atrio o trigono), a 19-20 w, è di 3 mm anteriormente e centralmente e 5 mm posteriormente. Il mantello cerebrale mediale, compreso tra falce cerebrale e ventricolo laterale, presenta uno spessore costante di 3 mm.
Ventricoli laterali: Sul sonogramma si rilevano notevoli differenze nella rappresentazione delle strutture dell’emisfero prossimale (emisfero più vicino al trasduttore) rispetto a quelle del distale. Infatti le prime appaiono maggiormente ecodense, le seconde relativamente ecoprive. Questo fenomeno è dovuto alla distanza tra la testa fetale ed il trasduttore ed alla regolazione del guadagno globale sull’apparecchio. L’area sonodensa nel ventricolo prossimale al trasduttore corrisponde ad un artefatto dovuto ad echi di riverbero; il ventricolo distale determina una visualizzazione attendibile delle strutture anatomiche dell’emisfero. I ventricoli laterali comunicano attraverso il forame interventricolare d Monro con il terzo ventricolo, ma sono separati tra loro da un setto mediale, il setto pellucido che a sua volta contiene una cavità a fessura, che non comunica con i ventricoli.
I plessi corioidei laterali ecograficamente si evidenziano come strutture iperecogene, a forma di ali di farfalla, aggettanti nei ventricoli laterali. Il plesso corioideo laterale è un lungo cordone rossastro e granuloso, accolto nel ventricolo laterale, che comincia a livello del foro interventricolare del Monro (che collega, uno per lato, il ventricolo laterale al 3° ventricolo) e, portandosi dietro, decorre dapprima sulla parete inferiore della cella media del ventricolo laterale, passa poi nel crocicchio ventricolare, circondando il polo posteriore del talamo, e si continua infine nel corno temporale del ventricolo laterale, adagiato al di sopra della fimbria e del corno di Ammone. Esso descrive pertanto una U aperta anteriormente, avendo un braccio superiore, accolto nella cella media del ventricolo laterale, ed un braccio inferiore, contenuto nel corno temporale del ventricolo laterale. Manca un prolungamento del plesso corioideo nel corno occipitale, nel primo tratto di quest’ultimo, dove sta per riflettersi nel corno inferiore del ventricolo, il plesso si ispessisce in un glomo.
La figura sovrastante è una rappresentazione plastica dei due ventricoli laterali collegati dal foro del Monro al III° ventricolo sottostante che a sua volta si collega al IV° ventricolo attraverso l’acquedotto di Silvio. Il IV° ventricolo è in comunicazione inferiormente con il canale ependimale del midollo spinale. Non sono rappresentati il collegamento posteriore del IV° ventricolo con la cisterna magna attraverso il foro di Magendie posto all’altezza dell’obex, e la comunicazione con gli spazi subaracnoidei della cisterna attraverso il foro di Luschka.
I plessi corioidei sono piccole strutture spugnose vascolo-nervose situate nei ventricoli cerebrali (nei due laterali, nel terzo e nel quarto ventricolo); essi iniziano a svilupparsi quando il CRL raggiunge gli 8 mm (9 settimane). Nelle fasi precoci dello sviluppo encefalico sono particolarmente voluminosi e facilmente visibili all’esame ecografico dalla 9a alla 16a settimana di amenorrea. I plessi corioidei si presentano come cordoncini rossastri di aspetto granulare, e sono formati da un gran numero di arteriole e e capillari con caratteri sinusoidali intrecciati ed uniti da un connettivo stromale di tipo lasso che spingono verso l’interno dei ventricoli l’ependima particolarmente sottile nel prosencefalo e nel romboencefalo (1-5). Queste strutture vascolari sono rivestite da una sottile lamina di tessuto nervoso e si continuano con i vasi della pia made che avvolgono l’encefalo. A livello dei plessi corioidei ha luogo lo scambio di numerose sostanze metaboliche fra encefalo e sistema circolatorio e la secrezione del liquido cefalo-rachidiano (100-150 ml) con meccanismo di dialisi selettiva. Dal 4° ventricolo il liquido cefalo-rachidiano è immesso nello spazio subaracnoideo e quindi circonda completamente il cervello e il midollo spinale. çIl riassorbimento del LCR è assicurato dai villi aracnoidei (6). A 15 settimane le cavità ventricolari permangono ancora molto ampie. La sostanza corioidea riempie pressoché interamente i corpi dei ventricoli laterali ad eccezione dei corni anteriori che ne sono privi e dei corni occipitali, a quest’epoca poco sviluppati.
Tele corioidee: A livello della fessura trasversale del cervello e della fessura cerebellomidollare, la pia madre si allontana dall’aracnoide e penetra nel fondo di queste scissure, applicandosi su quelle parti della parete encefalica dette lamine corioidee epiteliali o lamine ependimali. Queste sono tratti della parete del primitivo tubo neurale che non si sono sviluppate nel corso dell’ontogenesi e si presentano quindi sottili, essendo formate da solo ependima. Le lamine corioidee formano parte della volta del IV° ventricolo, di quella del III° ventricolo e delle pareti dei ventricoli laterali. All’unione della pia madre con le lamine corioidee anzidette si dà il nome di tele corioidee. Si dà invece il nome di tenia al margine assottigliato della sostanza nervosa che è situato nella zona di confine tra la parte più spessa della parete ventricolare e quella più sottile formata dalla sola lamina ependimale.
Le cisti dei plessi corioidei sono cisti di origine neuroectodermica. Sono ripiene di liquido cefalo-rachidiano, con una piccola quota di detriti cellulari. Sono localizzate più frequentemente nei plessi corioidei dei ventricoli laterali ed ad esse è rivolto l’interesse clinico. Meno frequentemente possono riscontrarsi nel III° o IV° ventricolo.
Da un punto di vista ecografico appaiono come formazioni tondeggianti od ovalari, completamente transoniche o con fini echi interni. Possono essere monolaterali o bilaterali con dimensioni molto variabili, ma generalmente comprese tra i 3 ed i 9 mm.
Il riconoscimento di cisti dei plessi corioidei, pur essendo un reperto molto frequente in feti assolutamente normali, è stato associato ad un maggiore rischio fetale di malattia dei cromosomi, tra cui, principalmente, la trisomia 18 (S. di Edwards), la trisomia 13 (S. di Patau) e la trisomia 21 (S. di Down). Se la presenza di cisti dei plessi corioidei è >2 ed è associata ad altri soft markers (nuchal thickening (NT), osso nasale, arti corti, arteria ombelicale unica, diametro del cordone ombelicale inferiore alla norma, iperecogenicità intestinale, ectasia renale) lo studio del cariotipo fetale è consigliabile (6,7).
A 15 settimane: le cavità ventricolari permangono ancora molto ampie in rapporto al volume degli emisferi cerebrali. I plessi corioidei riempiono pressoché interamente i ventricoli laterali ad eccezione dei corni anteriori che ne sono privi e dei corni occipitali, a quest’epoca poco sviluppati. I talami, ormai sviluppatisi dalle pareti delle vescicole, crescono in senso centripeto formando le pareti laterali del terzo ventricolo che, in sezione trasversale, appare come un sottile spazio limitato da due brevi echi lineari al centro del cranio. Il volume dei talami aumenta con il progredire dell’epoca gestazionale (8). La valutazione dell’ecogenicità talamica costituisce un valido marker della maturità polmonare fetale con una specificità dell’86.53% (9).
A 17 settimane: i ventricoli laterali presentano una configurazione matura con sviluppo dei corni frontali, celle medie, corni occipitali e temporali. Al centro del cranio, ai lati della linea mediana, i nuclei talamici risultano ecolucenti e delimitano il terzo ventricolo. Caudalmente ad essi si evidenziano i peduncoli cerebrali. L’acquedotto di Silvio si rappresenta come un punto ecoriflettente situato posteriormente tra i peduncoli. La cisterna ambiens, notevolmente ecorifrangente, circonda e delimita, dal punto di vista ecografico, il mesencefalo.
A 20 settimane: il mantello cerebrale è ulteriormente ispessito e cominciano a svilupparsi le circonvoluzioni cerebrali. Si possono identificare numerose strutture: le ossa della base cranica, le arterie del circolo cerebrale, i nuclei talamici, i peduncoli cerebrali, le cisterne, il setto pellucido, il cervelletto, l’acquedotto di Silvio, il lobo dell’insula, la circonvoluzione dell’ippocampo, ecc. Data la complessità delle strutture encefaliche, per praticare un esame corretto, è opportuno procedere secondo piani di scansione orientati in diverse direzioni: orizzontali o assiali, coronali o frontali, sagittali, oblique.
La definizione dei diversi piani di sezione con le rispettive strutture encefaliche si è ottenuta mediante un’approfondita analisi dei “punti di repere” :
- ventricoli,
- cisterne subaracnoidee,
- setto pellucido,
- linea mediana
- principali rami arteriosi.
I ventricoli confinano infero-lateralmente con i nuclei caudati e talamici, superiormente e medialmente con il corpo calloso, setto pellucido e fornice, inferiormente con la massa intermedia.
Spazi liquorali:
Il liquido cerebrospinale è contenuto negli spazi liquorali ventricolari e subaracnoidei periencefalici.
Gli spazi liquorali ventricolari sono costituiti da tre ventricoli sovratentoriali e un sottotentoriale.
La cavità degli emisferi cerebrali sono dette ventricoli laterali, la cavità del diencefalo è nota come III° ventricolo e quella del rombencefalo è detta IV° ventricolo, Il III° e il IV° ventricolo sono collegati tra di loro attraverso il canale del mesencefalo. Questo canale, lungo 2 cm, si restringe notevolmente ed è noto con il nome di acquedotto di Silvio. I ventricoli laterali comunicano con il III° ventricolo attraverso i forami interventricolari di Monro.
Il 3° ventricolo è una cavità dalla forma complessa, allungata in senso antero-posteriore ed appiattita in senso trasversale. Le sue pareti laterali, nei due terzi superiori sono costituite dal talamo mediale, nel terzo inferiore anteriormente dall’ipotalamo e posteriormente dal subtalamo. I due talami sono collegati da una striscia di sostanza grigia, la commissura intertalamica, che decorre all’interno del terzo ventricolo. La parete anteriore è formata dalle colonne del fornice e dalla commissura anteriore, il tetto è formato dalla tela corioidea, mentre il “pavimento” dalla lamina terminale (che congiunge rostro del corpo calloso e chiasma ottico), dal recesso ottico, dal chiasma ottico, dal recesso infundibolare, dall’ipotalamo, dal tuber cinereum e dai corpi mammillari. Il margine posteriore è delimitato dalla commissura posteriore, dal recesso sottopineale, dall’epifisi e dal recesso soprapineale. È connesso con i ventricoli laterali attraverso il forame di Monro.
Il quarto ventricolo o fossa romboidale è una cavità larga 15 mm e lunga 40 mm contenuta nel tronco encefalico compresa fra cervelletto, bulbo e il ponte. Il bulbo e il ponte ne costituiscono il pavimento (fossa romboidale a grande asse verticale) insieme ad alcuni nuclei dei nervi cranici, mentre peduncoli cerebellari superiori, veli midollari e cervelletto ne costituiscono il tetto. La fossa romboidale è solcata per tutta la sua altezza da un solco mediano. Le pareti laterali sono costituite in alto dai peduncoli cerebellari superiori ed in basso da obex, dai tubercoli gracile e cuneato e dai peduncoli cerebellari inferiori. Embriologicamente rappresenta la cavità primitiva del rombencefalo.
Il IV° ventricolo è in comunicazione anteriormente con il terzo ventricolo tramite l’acquedotto di Silvio, posteriormente comunica con la cisterna magna attraverso il foro di Magendie posto all’altezza dell’obex, inferiormente con il canale ependimale del midollo spinale ed infine è in comunicazione con gli spazi subaracnoidei della cisterna angolo ponto cerebellare attraverso il foro di Luschka.
I ventricoli laterali sono due spazi liquorali profondi conformati ad arco e suddivisibili in 4 porzioni che prendono il nome del lobo cerebrale che le include: il corno frontale o anteriore, il corno occipitale o posteriore, il corno temporale o inferiore e la cella media che congiunge i tre corni in corrispondenza del lobo parietale. L’ampiezza del ventricolo cerebrale (o trigono o atrio), si misura sul corno posteriore e non deve superare i 10 mm. Si parla di idrocefalia quando l’atrio è maggiore di 4 DS rispetto alla media che è di 7,6 mm ± 0.6 mm. La misura è effettuata attraverso una scansione trasversale della testa fetale posizionando i calipers sulle pareti laterali e mediali del ventricolo laterale a livello del plesso corioideo, perpendicolarmente rispetto all’asse lungo del ventricolo. La misurazione va fatta per entrambi gli atri, tenendo conto di una fisiologica asimmetria e di valori lievemente superiori nei feti maschi.
Gli spazi subaracnoidei periencefalici in alcuni punti si ampliano a costituire le cisterne. Gli spazi subaracnoidei sono particolarmente ampi nella prima metà della gravidanza e diminuiscono progressivamente con lo sviluppo degli emisferi cerebrali.
La cisterna magna detta anche cisterna cerebello-midollare è posta tra il midollo spinale e la faccia inferiore del cervelletto. Essa comunica con il 4° ventricolo attraverso il foro di Magendie. L’osservazione ottimale si ottiene con la scansione su un piano di sezione assiale a livello della porzione inferiore del 3° ventricolo. In tal modo è possibile misurare il diametro antero-posteriore della cisterna magna che non deve superare i 10 mm ed il diametro trasverso del cervelletto.
La cisterna angolo-ponto-cerebellare è situata nell’angolo diedro compreso tra le superfici laterali del ponte, del bulbo e del cervelletto. In tale cisterna procide il flocculo, si apre il forame di Luschka e decorrono i nervi del pacchetto acustico facciale e i nervi misti.
La cisterna pontina si estende tra il ponte e il clivus e vi decorrono il tronco della basilare e l’emergenza del V° nervo cranico.
Le cisterne basali sono comprese tra la base dell’encefalo e la base cranica e si estendono dalla crista galli al grande forame occipitale. Sono distinte in basali anteriori se poste anteriormente alla lamina quadrilatera della sella turcica e basali posteriori se localizzate posteriormente a tale repere anatomico.
La cisterna della lamina terminalis posta al davanti della commissura anteriore e della lamina terminalis congiunge la cisterna pericallosa che la sovrasta con la cisterna chiasmatica che le è situata postero- inferiormente.
Lateralmente la cisterna basale anteriore continua nella cisterna della scissura laterale di Silvio (cisterna insulare) posta tra l’insula e gli opercoli frontale temporale e parietale ove decorre l’arteria cerebrale media con i suoi rami insulari.
Le cisterne basali posteriori comprendono le seguenti porzioni:
– la cisterna interpeduncolare che occupa l’omonima fossa tra i due peduncoli cerebrali e in cui decorrono le arterie cerebellari superiori, le arterie cerebrali posteriori e l’emergenza del III nervo cranico;
– la cisterna ambiens posta tra la fossa cranica media e posteriore circonda a manicotto i peduncoli cerebrali, è la continuazione della cisterna interpeduncolare e costituisce un anello che separa il tronco encefalico dall’incisura tensoriale;
– la cisterna della lamina quadrigemina o della lamina tettale posta all’altezza della lamina quadrigemina costituisce la porzione dorsale della cisterna ambiens. La componente postero-superiore di tale cisterna viene denominata cisterna della grande vena cerebrale di Galeno mentre la porzione antero-superiore al di sopra della pineale è detta cisterna del velo interposito.
La cisterna pericallosa è posta tra il corpo calloso e il margine inferiore della grande falce cerebrale. Posteriormente è la continuazione della cisterna della grande vena cerebrale di Galeno e anteriormente termina nella cisterna della lamina terminalis. Vi decorrono le arterie calloso marginali.
La cisterna della fessura trasversa di Bichat o cisterna tele-diencefalica è posta tra il corpo calloso e il tetto del terzo ventricolo, si estende longitudinalmente dal forame di Monro in avanti alla cisterna del velo interposito in dietro. Vi decorrono le vene cerebrali interne e le arterie corioidee posteriori.
COMMISSURE CEREBRALI (TELENCEFALICHE):
- Commissura anteriore: connette la corteccia olfattiva con dei due emisferi cerebrali ed è localizzata nella porzione profonda della porzione anteriore dei gangli della base.
- Commisura ippocampale: (o lira di David): è una porzione del fornice e connette la corteccia ippocampale o rinencefalica e il sistema limbico dei due emisferi.
- Corpo calloso: connette la neocorteccia dei due emisferi (10).
- Lamina rostrale: connette la porzione antero-inferiore del corpo calloso alla lamina terminale del 3° ventricolo e alla commissura anteriore.
- Rostro: è un ispessimento della lamina rostrale: connette le aree orbitali dei due emisferi,
- Ginocchio o genio: connette le due aree pre-frontali
- Corpo o tronco
- Istmo
- Splenio: è la parte più spessa del corpo calloso.
Le patologie delle commissure comprendono agenesie, ipoplasie, iperplasie e displasie.
Arterie cerebrali:
Le arterie cerebrali presentano un calibro notevole, non penetrano nella massa nervosa attraverso un ilo, e si comportano in modo particolare rispetto a quelle di altri organi: ramificano attorno alla sostanza cerebrale, nello spessore della pia madre, e penetrano nel parenchima cerebrale allo stato di piccoli vasi. Arterie di calibro maggiore, con le loro brusche pulsazioni, disturberebbero sensibilmente la funzione del neurone. Questa peculiare situazione anatomica contribuisce ad una visualizzazione ecografica ottimale delle pulsazioni in tempo reale.
ANOMALIE CONGENITE CEREBRALI
Anencefalia (vedi file), assenza degli emisferi cerebrali per mancata chiusura completa del neuroporo rostrale.
Idranencefalia: (vedi file) assenza congenita degli emisferi cerebrali
Encefalocele:(vedi file) protrusione di tessuto cerebrale e meningeo attraverso un difetto del cranio.
Idrocefalia: (vedi file) dilatazione ventricolare determinata da un eccessiva quantità di liquido cefalo-rachidiano (LCR).
References list:
- Anastasi et al., Trattato di anatomia umana, Napoli, Edi. Ermes, 2006.
- Anatomia del Gray; Zanichelli, 4ª edizione italiana, ISBN 88-08-17710-6
- Trattato di anatomia umana, Edi. Ermes, 4ª Edizione, ISBN 88-7051-285-1
- . Frank H. Netter, Atlante di anatomia umana, terza edizione, Elsevier Masson, 2007. ISBN 978-88-214-2976-7
- L. Testut e A. Latarjet, Trattato di Anatomia Umana, UTET, Torino, 1966,Vol VI: 503-556.
- Strazielle N. et Ghersi-Egea JF: “Choroid plexus in the central nervous system: biology and physiopathology. .J Neuropathol Exp Neurol. 2000 Jul;59(7):561-74.
- Baś-Budecka E, Sieroszewski P, Perenc M: “Estimation of ultrasonographic markers of chromosomal abnormalities in verification of second trimester maternal serum biochemistry”. Ginekol Pol. 2006 Nov;77(11):869-75.
- Sotiriadis A, Dimitrakopoulos I, Eleftheriades M, Agorastos T, Makrydimas G.:”Thalamic volume measurement in normal fetuses using three-dimensional sonography. J. Clin Ultrasound 2012 May;40(4):207-13.
- Faris A. Rasheed, Zahraa’ M. Al-Sattam, Saad A. Hussain: “Evaluation of thalamus echogenicity by ultrasound as a marker of fetal lung maturity”. Open Journal of Obstetrics and Gynecology”. Vol.2 No.3, September 2012
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