Ultimo aggiornamento: 21/08/2023
Il setto pellucido è una sottile membrana verticale, trasparente (pellucido), di forma triangolare che separa i corni anteriori dei ventricoli laterali destro e sinistro. Si inserisce anteriormente tra il ginocchio del corpo calloso ed il fornice nel punto in cui queste due formazioni divergono l’una dall’altra e che ad esse è funzionalmente connesso; in particolare, confina superiormente con il corpo del corpo calloso, posteriormente con i pilastri del fornice e inferiormente con il rostro del corpo calloso e con la commessura anteriore, lateralmente con i ventricoli laterali.
Il setto pellucido può essere descritto considerando le sue due facce, i tre margini ed i tre angoli:
• le due facce sono strettamente adese l’una all’altra, tranne in alcuni casi (10% circa) dove viene a formarsi tra di esse una piccola cavità (cavo del setto pellucido); esse costituiscono la parete mediale dei corni anteriori dei due ventricoli laterali
• i tre margini possono essere distinti in superiore, inferiore ed anteriore: il margine superiore aderisce per tutta la sua lunghezza alla superficie ventrale del corpo calloso, il margine inferiore si fissa alla faccia dorsale delle colonne del fornice, il margine anteriore si va a fissare al ginocchio del corpo calloso e ne segue la forma fino al rostro
• i tre angoli vengono distinti in posteriore, inferiore ed anteriore: l’angolo posteriore si incunea tra il fornice ed il corpo calloso, fino al punto di massima aderenza di queste due formazioni, l’angolo inferiore giunge a toccare il rostro del corpo calloso, l’angolo anteriore continua nella commessura anteriore.
Il setto pellucido è situato sulla linea mediana del telencefalo tra i due emisferi cerebrali. Confina superiormente e anteriormente con il corpo calloso, il grande fascio di fibre che connette le parti omologhe dei due emisferi. Inferiormente e posteriormente invece è adiacente alla regione anteriore del fornice, il fascio di fibre che collega le strutture ippocampali con i corpi mammillari dell’ipotalamo.
Ai lati dei setti si trovano i corni frontali dei ventricoli laterali.
ll setto pellucido in realtà consiste in due strati o lamine formate da materia grigia e bianca, rivestite da ependima lungo le superfici ventricolari. E perciò la definizione esatta dovrebbe essere resa al plurale (setti pellucidi).
Questi strati sono normalmente sono divisi da una cavità chiamata cavo del setto pellucido (CSP), un tempo detto quinto ventricolo erroneamente perchè il CSP non ha alcuna comunicazione con il sistema ventricolare. Il CSP è considerato una normale variante dello spazio liquorale tra i due strati del setto pellucido. La valutazione del CSP è uno degli elementi richiesti dell’esame standard dell’ecografia strutturale del II° trimestre.
Il CSP diviene visibile attorno alla 16a settimana di gravidanza e il suo volume aumenta in correlazione con l’epoca gestazionale fino alla 38a settimana con una leggera diminuzione nelle ultime settimane. Lo sviluppo del CSP è strettamente associato allo sviluppo delle commessure del proencefalo e delle colonne del fornice.
La mancata visualizzazione del CSP prima delle 16 settimane o superate le 37 settimane è un reperto normale.
Il CSP è presente nel feto normale, ma in oltre l’85% dei neonati i due setti pellucidi fondono entro i 3-6 mesi di vita e il CSP scompare.
Il CSP è spesso confuso con, il cavum vergae, che è situato posteriormente alle colonne anteriori del fornice e che di solito comunica liberamente con il CSP. Durante lo sviluppo post-natale, questi spazi si obliterano posteroanteriormente – il cavum vergae seguito dal cavum septum pellucidum – e non è raro che entrambi si presentino insieme come uno spazio contiguo, definito “cavum septum pellucidum (o septi pellucidi) et vergae”.
Ecograficamente, in una sezione transcerebellare, il setto pellucido appare come una doppia linea iperecogena poste medialmente ai ventricoli laterali e anteriormente ai talami.
Il setto pellucido, per le sue connessioni con la neocorteccia, l’amigdala e le strutture sottocorticali, è considerato un’importante parte funzionale del sistema limbico ed è implicato nelle emozioni e nei comportamenti istintivi.
Esse sono state associate anche a: schizofrenia, disturbo da stress post-traumatico, encefalopatia traumatica cronica, ad esempio nei pugili (11-13).
Sebbene l’ecografia fetale sia il cardine dello screening, la risonanza magnetica fetale fornisce alcuni vantaggi rispetto all’ecografia perché non è limitata dal posizionamento fetale, dall’obesità materna o da oligoidramnios o anidramnios e in alcuni casi può evidenziare un CSP normale non visibile all’ecografia fetale.
La risonanza magnetica fetale ha una sensibilità e una specificità molto più elevate per la rilevazione di anomalie del sistema nervoso centrale rispetto all’ecografia (14,15).
Dilatazione del CSP – è diagnosticata in presenza di uno spessore del CSP >1 cm. Si può verificare come patologia isolata oppure causato dalla presenza di una cisti del CSP. La DD va fatta con una malformazione della vena di Galeno utilizzando il color doppler. La dilatazione del CSP è spesso associata alla trisomia 21.
Cisti del cavo del setto pellucido – Una cisti del CSP può anche causare l’allargamento del CSP. Una cisti CSP può essere difficile da differenziare da una cisti interemisferica e la risonanza magnetica fetale può essere utile per un’ulteriore caratterizzazione. La distinzione può essere importante, perché le cisti interemisferiche sono associate ad anomalie del corpo calloso, mentre le cisti CSP in genere non lo sono. La cisti del CSP può essere associata a ventricolomegalia potenzialmente dovuta all’ostruzione del flusso del liquido cefalo.rachidiano attraverso il forame di Monro.
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