Ultimo aggiornamento 2022-05-07 18:39:49
L’ipofisi o ghiandola pituitaria è un’importante ghiandola a secrezione interna, impari, posta alla base del cranio, delle dimensioni di 2 cm circa ed un peso di 0.9 gr circa.
Si può dividere in due lobi strutturalmente e funzionalmente diversi:
- il lobo anteriore (adenoipofisi) embriologicamente derivata dalla tasca di Rathke, invaginazione dell’ectoderma dello stomodeo (membrana faringea) a contatto con la base dell’encefalo.
- il lobo posteriore (neuroipofisi) invece è una formazione neuro-ectodermica diencefalica che origina a partire da un’evaginazione mediana del tessuto nervoso del pavimento dell’ipotalamo.
I due lobi sono divisi da una pars intermedia, piccola e poco vascolarizzata.
La ghiandola ipofisaria è posta alla base del diencefalo da cui è separata mediante una porzione della dura madre che la sovrasta ad ombrello, dentro una depressione dello sfenoide detta sella turcica, dietro il chiasma ottico e sotto il 3° ventricolo. Da ambo i lati è circondata dal plesso venoso detto seno cavernoso. La loggia non è solo venosa, ma è uno spazio nel quale decorrono anche il sifone dell’arteria carotide interna (tratto “C3“, secondo la più comune segmentazione carotidea), coi suoi collaterali arteriosi nonché alcuni nervi cranici. Le pareti del seno cavernoso sono tutte ricoperte da meningi.
L’ipofisi inoltre è situata sotto il talamo al quale è unita tramite un peduncolo formando un’unità morfologico-funzionale detta asse ipotalamo-ipofisario.
IRRORAZIONE – L’ipofisi è irrorata da due sistemi arteriosi indipendenti: aa. ipofisarie superiori per l’adenoipofisi e aa. ipofisarie inferiori per la neuroipofisi.
- Le arterie ipofisarie superiori nascono dal circolo di Willis e penetrano nel peduncolo ipofisario come arterie anteriori e posteriori che si capillarizzano nel peduncolo stesso e nell’infundibolo, dando origine a grappoli capillari. Questi ultimi si aprono in venule che portano nel lobo anteriore sboccando nei sinusoidi della parte distale dell’adenoipofisi. Si realizza così la circolazione portale dell’adenoipofisi.
- Le arterie ipofisarie inferiori derivano dalla carotide interna e si distribuiscono con i loro rami soprattutto alla neuroipofisi senza entrare a far parte della circolazione portale.
- Le vene reflue dall’ipofisi fanno capo ai circostanti seni venosi della dura madre.
- Non sono presenti vasi linfatici nell’ipofisi.
- L’innervazione dell’adenoipofisi è povera ed è rappresentata solo da fibre vasomotrici originate dal plesso carotideo. La neuroipofisi, invece, riceve cospicui fasci ipotalamo-neuroipofisari e rami vasomotori.
L’ipofisi riveste un’enorme importanza per la funzionalità dell’intero organismo a causa degli ormoni secreti che vanno a modulare funzioni essenziali del ns. organismo. L’attività endocrina ipofisaria è modulata quasi completamente dall’ipotalamo. Gli assoni che originano dai neuroni ipotalamici peptidergici e aminergici formano il fascio tubero-infundibulare che termina in parte nell’eminenza mediana del tuber cinereum, nella parte prossimale del peduncolo ipofisario dove ACTH, Gn-RH, GH-RH, HPRL-RH, CRT e TSH vengono secreti, immessi nel circolo portale e riversati nel parenchima dell’adenoipofisi. Una parte degli assoni invece penetra nell’ipofisi posteriore e nel parenchima dell’ipofisi posteriore dove depositano ADH e ossitocina (OT) che vengono poi trasportati in circolo agendo in particolare sui surreni (ADH) e sulle ghiandole mammarie e sul miometrio (OT).
ENDOCRINOLOGIA DELL’ADENOIPOFISI
L’ipofisi viene chiamata “ghiandola master” poiché, nonostante le sue piccole dimensioni, svolge un ruolo centrale nella regolazione di tutto il sistema endocrino comprese le interazioni neuro-psico-emotive.
Le cellule dell’adenoipofisi da un punto di vista funzionale possono classificarsi in almeno 5 tipi diversi: corticotrope (secernenti ACTH), gonadotrope (secernenti gonadotropine FSH ed LH), lattotrope (secernenti prolattina), tireotrope (secerenenti TSH), cellule somatotrope (secernenti GH).
Istologicamente le cellule dell’adenoipofisi sono classificabili in 3 tipi:
- acidofile: citoplasma colorabile con coloranti acidi; al MO dopo colorazione, il citoplasma appare rosa scuro o giallo brillante
- basofile: citoplasma colorabile con sostanze basiche o con il metodo PAS: appaiono di colore porpora
- cromofobe: citoplasma scarsamente colorabile
i nuclei sono colorati in blu dall’ematossilina
Ormoni secreti dall’ipofisi anteriore
- Dalle cellule alfa è prodotto l’ormone somatotropo (GH, STH) che agisce direttamente sui tessuti ed è indipendente dall’attività delle altre ghiandole endocrine; stimola la deposizione del calcio nel tessuto osseo e la proliferazione delle cellule cartilaginee, aumenta la massa dei muscoli scheletrici e stimola la sintesi proteica. È detto anche ormone della crescita e la sua mancanza causa l’arresto dello sviluppo staturale e ponderale dell’individuo.
- Dalle cellule epsilon, distribuite uniformemente in tutta la ghiandola, è secreta la prolattina (HPRL) agisce sulla ghiandola mammaria stimolando la secrezione di latte dopo il parto.
- L’ormone melanotropo (MSH) ha effetto trofico sui melanociti, responsabili della pigmentazione della pelle. A differenza degli altri ormoni ipofisiari della sua classe questo è prodotto dalle cellule basofile dell’adenoipofisi
- Dalle cellule delta deriva l’ormone tireotropo (TSH) che agisce sulla tiroide, favorendo la sintesi e liberazione di tiroxina e triiodotironina.
- L’ormone adrenocorticotropo (ACTH) determina la sintesi e la secrezione molto rapida degli ormoni della corteccia surrenale e stimola il metabolismo lipidico.
- Dalle cellule beta e gamma, distribuite uniformemente in tutta la ghiandola, sono sintetizzate rispettivamente l’ormone follicolo-stimolante (FSH) e l’ormone luteinizzante (LH): nelle ovaie il primo stimola la crescita dei follicoli e la secrezione degli estrogeni, mentre l’LH permette l’ovulazione, la formazione del corpo luteo e la secrezione del progesterone. Nel testicolo l’LH agisce invece sulle cellule interstiziali (e viene perciò anche contraddistinto con la sigla ICSH), promuovendo la spermatogenesi e la secrezione del testosterone, mentre l’FSH favorisce la sintesi di una proteina (ABP) che lega il testosterone, attivando gli spermatozoi. I nuclei ipotalamici interessati alla secrezione di Gn-RH sono il n. arcuato, il n. sovraottico, il n. medio-basale e il n. paraventricolare posizionati nell’ipotalamo medio-basale tra il III° ventricolo e l’eminenza mediana in prossimità del circolo ipotalamo-ipofisario dove viene riversato il Gn-RH e trasportato all’adenoipofisi senza necessità di attraversare la barriera emato-cerebrale.
NEUROIPOFISI
L‘ipofisi posteriore o neuroipofisi funziona da “deposito” per gli ormoni ipotalamici ADH ed ossitocina, prodotti rispettivamente dal nucleo sopraottico e dal n. paraventricolare.
Il lobo posteriore dell’ipofisi o neuroipofisi è formato da tre parti: eminenza mediana, peduncolo dell’infundibolo e pars nervosa. E’ costituito da cellule gliali protoplasmatiche polimorfiche (i pituiciti), e da lunghe fibre nervose amieliniche, assoni i cui corpi cellulari – situati nell’ipotalamo – sintetizzano ADH e ossitocina. Queste sostanze fluiscono poi negli assoni che scendono nell’infundibulo (formando un fascio nervoso detto fascio ipotalamo-neuroipofisario o fascio tubero-infundibulare) fino a raggiungere la neuroipofisi, dove si accumulano in rigonfiamenti terminali colmi di granuli (corpi di Herring) che corrispondono almmateriale neurosecreto dalle cellule ipotalamiche. In questa sede il neurosecreto ipotalamico viene riversati direttamente nei capillari sanguigni e quindi nel circolo ematico generale.
L’Ossitocina viene prodotta e rilasciata durante i rapporti sessuali, il parto e l’allattamento. Esplica un’azione vasodilatatrice sistemica e stimola le contrazioni uterine e delle miocellule delle unità ghiandolari della mammella. Nell’uomo stimola le cellule muscolari lisce della prostata e del dotto eiaculatore, mentre nella donna favorisce le mestruazioni ed il coito. L’OT è detta anche “ormone dell’amore” perchè determina attaccamento affettivo nei mammiferi dovuti al coinvolgimento anatomico e funzionale del Sistema Limbico e delle altre strutture diencefaliche collegate.
L’ADH o Ormone antidiuretico o Vasopressina determina la ritenzione di liquidi, aumento della volemia e ipertensione arteriosa. L’azione di questo ormone si estrinseca nel dotto collettore dei reni, dove induce l’espressione di AQP-2 con conseguente riassorbimento di acqua.
È rilasciata in caso di ipernatriemia, disidratazione, ipotensione arteriosa, shock ed in stati di ipoperfusione del rene in qualità di effettore del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
L’ADH è inibito principalmente negli stati ipertensivi, in caso di aumento della GFR e da sostanze specifiche tra cui l’alcool etilico. Un deficit di ADH è responsabile del cosiddetto diabete insipido.
PARS INTERMEDIA La parte intermedia della ghiandola pituitaria, considerata parte integrante dell’adenoipofisi, produce l’ormone melanotropo (MSH), che regola la sintesi e la distribuzione dei granuli di melanina nei melanociti, ma solo nel feto, nel bambino piccolo, nella donna gravida (capezzoli e linea nigra (sotto l’ombelico) e in alcune malattie.
IPOFISI e MECCANISMO DI FEED-BACK
In genere, la regolazione dell’attività secretoria di ipotalamo ed ipofisi è soggetta a forme di feedback negativo:
1. le cellule endocrine ipofisarie ed ipotalamiche rispondono a variazioni omeostatiche riversando i propri ormoni in circolo;
2. gli ormoni ipofisari stimolano le cellule endocrine degli organi bersaglio;
3. la risposta ormonale di queste ultime ripristina l’omeostasi ed elimina lo stimolo che le ha attivate, inibendo la secrezione dei relativi ormoni ipofisari ed ipotalamici. Si viene così a creare un sorta di circuito fisiologico, dove il prodotto finale di una determinata via metabolica inibisce le prime tappe della stessa via che l’ha generato. Stiamo parlando dei famosi circuiti feedback negativo che presiedono all’omeostasi del nostro organismo. Le regolazioni opposte, quelle a feedback positivo, sono rare e limitate ai casi in cui occorre completare rapidamente l’azione; ad esempio, sempre rimanendo in tema di ipofisi, durante il parto l’ossitocina provoca il rilascio di ulteriore ossitocina.