Le macromolecole di PRL, che si riscontrano circa nel 20% delle risposte dei laboratori clinici, causando spesso problemi nell’interpretazione dei risultati, hanno però una ridotta attività biologica. Infatti le grandi dimensione delle molecole di BigPRL e di BigBigPRL non consentono un rapido passaggio attraverso i capillari, riducendo la possibilità di interagire con i recettori tessutali per la PRL (35).
Inoltre le macroprolattinemie non rispondono all’azione inibitoria della dopamina e della bromocriptina (34). La prevalenza di macroprolattinemia in pazienti con iperprolattinemia varia tra il 15 ed il 45%, ed il rapporto femmine/maschi è di 16:1. Vallette-Kasic in 42 pazienti con macroprolattinemia seguite per almeno 5 anni ha verificato che i livelli di PRL rimangono pressocchè invariati nel tempo (36). Le big-prolattine sembrano aver un effetto stimolante sulle cellule secernenti l’ormone GH (17, 22-25).
L’HPRL, nelle donne in età fertile, oltre che nell’adenoipofisi, viene secreta nella placenta, nella decidua e nell’endometrio di tipo secretivo. Il significato della produzione endometriale ed il suo eventuale ruolo nel processo di annidamento dell’embrione non sono per ora conosciuti (1,2,16).
In condizioni fisiologiche il tasso sierico di HPRL ha dei picchi ogni 90 minuti (sincrono con quello dell’LH) e segue un ritmo circadiano con valori massimi durante il sonno REM, corrispondente in genere alle ore 4 del mattino, e valori minimi al risveglio. A livello plasmatico si osserva anche un picco di PRL 45′ dopo un pasto. Valori sierici normali sono in media:
- Nelle donne NON in gravidanza: < 25 ng/mL
- Nelle donne gravide: 34-386 ng/mL
- Negli uomini: < 15 ng/mL
Effetti biologici della prolattina: due sono i principali organi bersaglio: mammella ed ovaio. Dopo il parto agisce sull’inizio e sul mantenimento della lattazione (galattogenesi e galattopoiesi, rispettivamente). Sull’ovaio esercita un’azione permissiva nei riguardi delle gonadotropine ipofisarie (FSH e LH) per quanto si riferisce all’azione di queste ultime sull’ovaio. Non si conoscono gli effetti sugli altri organi in cui pure è presente.
1. Lattazione– La mammella è l’organo “target” della prolattina che insieme agli estrogeni, progesterone, GH, hPL, insulina, steroidi surrenalici e tiroxina, determina l’iperplasia e l’ipertrofia della ghiandola mammaria ed è responsabile dell’inizio della lattazione e del suo mantenimento. La prolattina si lega ai recettori specifici delle cellule alveolari mammarie ed attiva l’enzima protein-kinase e la biosintesi di numerosi tipi di RNA e conseguentemente la sintesi delle proteine del latte, come la caseina e la lattoalbumina, la produzione di enzimi per la sintesi del lattosio come la galattosiltransferasi e e la N-acetilattosemia sintetasi. Gli acidi grassi e i fosfolipidi hanno anch’essi una produzione più elevata promossa dalla prolattina. L’HPRL, inoltre, potenzia la responsività dei suoi stessi recettori a livello mammario (11). I livelli sierici di HPRL si mantegono elevati nelle prime fasi del travaglio per poi abbassarsi progressivamente fino a raggiungere un minimo a 2 ore prima del parto; nell’immediato post-partum cominciano a risalire, per tornare ad abbassarsi in modo progressivo entro 4-6 settimane. La suzione scatena un meccanismo riflesso autonomo “milk let-down reflex” o “milk ejection reflex” consistente nel rilascio di ossitocina da parte della neuroipofisi; che provoca la eiezione del latte grazie alla contrazione delle miocellule perialveolari mammarie. La suzione dei capezzoli inoltre incrementa la secrezione dell’HPRL dall’ipofisi anteriore e quindi la prosecuzione della lattazione (21).
2. endocrinologia della riproduzione: le alterazioni riscontrate nel corso di stati ipo/iperprolattininemici dimostrano con certezza che la prolattina svolge un ruolo importante nella fisiopatologia della riproduzione. Durante il ciclo mestruale i livelli sierici di HPRL (range di normalità: 5-20 ng/ml) presentano variazioni, anche se non molto pronunciate e sopra specificate; tassi più elevati si riscontrano a metà ciclo e durante la fase luteale. Per quanto riguarda l’azione della prolattina nella steroidogenesi ovarica sembra che minime quantità di questo ormone siano indispensabili per assicurare la maturazione follicolare e, soprattutto, la formazione ed il mantenimento del corpo luteo. La presenza di quantità fisiologiche di prolattina nel corpo luteo é essenziale per la produzione del progesterone (perciò la prolattina è chiamata anche ormone luteotropo, LTH).
Al contrario una iperprolattinemia induce innanzitutto un’insufficienza del corpo luteo e conseguentemente LDP, oligo-amenorrea, anovulazione, isterometria inferiore alla norma, iperecogenicità del parenchima uterino, IUS sottile, ovaie ipoplasiche e ad ecostruttura piatta, ACF inferiore alla norma; molto rara la presenza di idrometra (12,13,37-42).
Il meccanismo con cui si realizza l’effetto luteolitico sembra ricondursi essenzialmente ad attivazione dopaminergica e conseguente riduzione e blocco del rilascio di Gn-RH e quindi riduzione e blocco della secrezione ipofisaria di gonadotropine (20).
EZIOLOGIA DELLA IPERPROLATTINEMIA: l’iperprolattinemia può avere cause fisiologiche, farmacologiche e patologiche.
a) condizioni fisiologiche: che possono determinare un aumento di produzione di prolattina da parte dell’ipofisi rientrano il sonno, la gravidanza, la suzione del capezzolo, l’orgasmo, l’esercizio fisico e lo stress. Diete iperproteiche ricche di arginina, tirosina e triptofano stimolano la secrezione di HPRL.
b) cause patologiche che più frequentemente determinano un’eccessiva e persistente secrezione di prolattina, vanno menzionati gli adenomi ipofisari prolattino-secernenti (prolattinomi). Anche i tumori ipotalamici e le patologie infiltrative della regione ipotalamo-ipofisaria possono essere causa di iperprolattinemia. Altre cause comprendono l’ipotiroidismo, l’insufficienza renale cronica, la cirrosi epatica, leiomiomi, e le lesioni della regione toraco-mammaria. L’iperprolattinemia si riscontra, inoltre, in altre patologie di ambito endocrinologico (come l’acromegalia e l’obesità) o ginecologico (sindrome dell’ovaio policistico, PCOS).
c) Farmaci – Valori elevati di prolattina possono essere indotti, infine, dall’assunzione di determinati farmaci (iperprolattinemia iatrogena), soprattutto:
- Antipertensivi, antagonisti della dopamina (α-metil-dopa, Aldomet®): agiscono impedendo l’attività della L-dopa-decarbossilasi che catalizza la trasformazione della L-dopa in dopamina,
- antidepressivi e tranquillanti come le Benzodiazepine, fenotiazine, butirrofenoni, ecc..
- Anche i contraccettivi orali estroprogestinici possono indurre aumenti di prolattina.
3. funzione sessuale: La prolattina contribuisce al senso di soddisfazione dopo l’atto sessuale. Ma, sia nell’uomo che nella donna, l’iperprolattinemia si accompagna ad alterazioni della funzione sessuale, che consistono principalmente in una riduzione o nella perdita della libido, che nella donna si associa a frigidità. Sulle cellule del Leydig ha un’azione depressiva riducendo la sintesi del testosterone, della potenza erettiva e della libido. La normalizzazione dei livelli di PRL é seguita per lo più da un notevole miglioramento del comportamento sessuale (15). La ginecomastia nel maschio fa sempre sospettare un’iperprolattinemia.
5. Durante la gravidanza, a partire dal primo trimestre, le concentrazioni della HPRL si elevano parallelamente a quelle degli estrogeni (7), fino a raggiungere, a termine di gravidanza, livelli 10 volte superiori a quelli presenti in una donna non gravida (tab. 1).
Ad ulteriore conferma della sede ipotalamica come principale sito di secrezione dopaminergica è la constatazione sperimentale su animali che la resezione del peduncolo ipofisario e quindi la disconnessione funzionale tra ipotalamo ed ipofisi, porta ad un marcato incremento della secrezione prolattinica.
Tra le varie vie dopaminergiche descritte due sono le più importanti:
A) Via Tubero-Infundibulare Dopaminergica (TIDA): è formata da neuroni producenti dopamina situati nel nucleo arcuato dell’ipotalamo e da assoni che raggiungono l’eminenza mediana dello stesso ipotalamo e da quì i vasi del sistema portale ipotalamo-ipofisario.
B) Via Tubero-Ipofisaria Dopaminergica (THDA): origina da un gruppo di neuroni situati a livello del nucleo arcuato e del nucleo periventricolare dell’ipotalamo. Gli assoni hanno un decorso più lungo di quelli della via TIDA e, passando attraverso l’eminenza mediana, raggiungono le cellule adenoipofisarie.
La dopamina esercita il suo potere inibitorio legandosi ai recettori DA e gabaergici responsabili dell’attivazione del GABA (ac. amino-γ-butirrico), potente neurotrasmettitore inibitorio (8-10). La secrezione della DA è attivata dagli oppioidi endogeni e dalla prolattina stessa. La prolattina, secreta in elevata quantità, raggiunge, mediante il flusso retrogrado della circolazione portale, i neuroni dopaminergici, stimolando la produzione di dopamina (short feed-back prolattinemico).
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