La relaxina è un ormone peptidico prodotto nella donna dal corpo luteo sotto l’azione di LH, dalla mammella e in gravidanza dalla decidua basale e dalla placenta in maniera pulsatile sotto lo stimolo di HCG. Nell’uomo è prodotta dalla prostata ed è presente nel liquido seminale favorendo la mobilità degli spermatozoi[1]. Venne descritta per la prima volta da Frederick Hisaw nel 1926.
Nella donna la relaxina aumenta nel periodo luteale in relazione alla secrezione del corpo luteo. In questa fase si pensa che rilassi la parete dell’utero inibendone le contrazioni. Se la gravidanza non si verifica, i livelli di relaxina scendono nuovamente. Durante la gravidanza, i livelli di relaxina raggiungono il picco alla 10-12a settimana di gestazione. Nel 1° trimestre facilita l’impianto embrionale e la crescita della placenta. Un suo deficit rende difficoltoso l’annidamento dell’embrione e facilita la minaccia di aborto, l’aborto precoce e costituisce una costante nella sindrome dell’aborto ricorrente spontaneo.
Sulla fisiopatologia del travaglio di parto la relaxina esercita un duplice ruolo: agisce come antagonista degli attivatori contrattili quali l’ossitocina sulla contrattilità uterina e regola i cambiamenti nel tessuto connettivo cervicale favorendone la maturazione prima del travaglio aumentando le metalloproteinasi della matrice (MMP).[5] Inoltre induce il rilasciamento delle formazioni pelviche (muscoli, ligamenti, sinfisi pubica) al fine di agevolare la progressione del feto nel canale del parto. Infine riveste un ruolo importante nell’amnioressi spontanea.
La relaxina inoltre migliora l’angiogenesi ed è anche un potente vasodilatatore, aumenta il flusso sanguigno soprattutto a livello cardiaco e renale, inibisce la formazione di trombociti ed inoltre ridurrebbe le neoplasie (6-11). La relaxina riduce la fibrosi tissutale nei reni, nel cuore, nei polmoni e nel fegato, riduce la sclerodermia e promuove la guarigione delle ferite (12).
Una possibile complicazione di eccessivi livelli sierici di relaxina è la diastasi della sinfisi pubica. Ciò provoca un dolore lancinante improvviso originato nella parte anteriore o posteriore del bacino o un dolore costante che si irradia all’addome, alla parte bassa della schiena, all’inguine, al perineo, alle cosce e alle gambe. Il dolore peggiora camminando, salendo e scendendo i gradini, piegandosi in avanti e alzandosi da una posizione seduta o supina.
References:
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