Il paclitaxel o taxolo (Taxol®, Paxene®, Paclitaxel TEVA® flac 5 ml, 16,7 ml, 50 ml; 6 mg/ml) è un alcaloide vegetale utilizzato come farmaco antitumorale e appartenente alla classe degli agenti antimitotici. È un taxano naturale ed è stato isolato per la prima volta dalla corteccia di una conifera del Nord America, la Taxus brevifolia (tasso del Pacifico). Attualmente si ottiene per via semisintetica.
E’ un chemioterapico citostatico: blocca la mitosi del DNA cellulare con una percentuale di successo del 25%. La formulazione avanzata del paclitaxel come nanoparticelle incorporate in albumina (nab-paclitaxel) ha aumentato la percentuale di risposta iniziale al 42%.
Il paclitaxel è utilizzato nel trattamento delle seguenti patologie:
- Cancro della mammella metastatico: in monoterapia nei casi di ca. mammario con linfonodi positivi dopo terapia con antraciclina e ciclofosfamide (AC) o nei casi in cui tale terapia non è stata efficace.
Cancro mammario avanzato – Paclitaxel è indicato per il trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico in combinazione sia con una antraciclina in pazienti per le quali la terapia con antraciclina è idonea, sia con l’anticorpo monoclonale trastuzumab (Herceptin®), in pazienti che sovraesprimono il recettore 2 del fattore di crescita epidermica umano (HER-2) a un livello 3+ determinato dall’immunoistochimica e per le quali un’antraciclina non sia idonea
- Cancro ovarico: per il trattamento del ca. ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino.
Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico, Paclitaxel è indicato per il trattamento del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard, contenente platino.
- Cancro del polmone non a piccole cellule: in combinazione con cisplatino, quando la chirurgia e/o la terapia radiante non sono idonee.
- Cancro del pancreas;
- Sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS.
Il farmaco è somministrato da solo o in associazione durante una seduta ambulatoriale per via endovenosa, PICC con infusione a goccia lenta per 3 ore circa; in caso di associazione con carboplatino, quest’ultimo verrà somministrato dopo il placlitaxel sempre per ev e per circa un’ora.
Effetti collaterali negativi:
Diversi sono gli effetti collaterali dovuti all’assunzione di questo farmaco, molti dei quali simili a quelli provocati da altri farmaci chemioterapici. Per tale motivo occorre sempre praticare una premedicazione, 30-60′ prima, con corticosteroidi (desametazone 20 mg, antistaminici (difenidramina 50 mg) e H2-antagonisti (ranitidina 50 mg) sempre per via endovenosa.
I più comuni effetti negativi sono rappresentati da:
- astenia (senso di fatica, fatigue)
- nausea
- vomito
- diarrea
- dolore o ulcere del cavo orale
- caduta dei capelli e di altri peli che ricoprono il corpo
- intorpidimento o formicolio a mani e piedi
- riduzione temporanea della produzione da parte del midollo osseo di cellule ematiche (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine)
La maggior parte di questi effetti collaterali tende a regredire con la conclusione della terapia.
Il paclitaxel, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche di diverso tipo. Sconsigliato in gravidanza e allattamento. Sconsigliata l’esposizione ai raggi solari.
Chemioresistenza e metastasi dopo terapia con paclitaxel – Recenti studi recenti suggeriscono che il paclitaxel uccide e attiva le cellule tumorali aumentando così la chemioresistenza e le metastasi nei tumori TLR4 positivi.
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